|  | AI in emergenza e dopo - incontro e indagine...fatto!! 
 
   Premessa Il Club CMMC - gruppo AI & CMMC - ha promosso l’indagine 
            “AI, in emergenza covid-19 e dopo”. Questa indagine si 
            propone di capire, in questa fase critica, come è cambiato 
            e cambierà il ruolo delle applicazioni di Intelligenza Artificiale 
            nei processi di relazione ed esperienza con Clienti/Cittadini e con 
            Collaboratori.
 
 
               
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                     Incontro on-line martedì 26 maggio....fatto!! Durante questo incontro on-line sono stati presentati 
                    i risultati dell’indagine e raccolti i commenti di alcuni 
                    protagonisti del settore.
 
 Programma svolto dell'incontro
 Avvio e Presentazione risultati indagine
 Mario Massone – Markab e Club CMMC
 
 AI nella Relazione ed Esperienza Clienti Collaboratori in 
                    Italia oggi. Commento dei risultati dell’indagine e
 testimonianze delle proprie esperienze.
 
 Nel seguito alcuni brevi appunti tratti dagli interventi
 
  Barbara Cominelli, Marketing and Operations Director, Microsoft Italy
 Durante 
                    l’emergenza gli investimenti in AI non si sono fermati. 
                    Tra le nuove applicazioni i chatbot per la salute e i chat 
                    bot per la gestione delle persone.
 Intanto il mondo retail pensa, sotto la spinta di AI e RA, 
                    a nuovi modelli, tipo low touch.
  Si ripensano le esperienze, che tenderanno ad essere più 
                    personalizzate o sviluppate all’interno del mondo familiare, 
                    per fare in modo di sentirci più sicuri, con un extra 
                    effort da parte dei brand.
 Inoltre, passeremo più tempo a casa lavorando e useremo 
                    nuovi device tipici della casa. Le esperienze saranno a livello 
                    locali con meno viaggi e con consumi più di prossimità. 
                    Il disegno del customer journey passerà attraverso 
                    maggiori esperienze digitali e gestite dall’AI, con 
                    la creazione di un patrimonio di nuovi dati. Infatti, oggi 
                    bisogna guardare alla crescente digitalizzazione, che produce 
                    Big Data potenziali per le applicazioni di AI, e cercare di 
                    valorizzare questa componente dati per personalizzare l’esperienza 
                    e prevenire il churn, ma anche per pensare a nuovi modelli 
                    di business. Ad esempio, nel caso delle attività di 
                    tipo Food Delivery, stiamo fruendo di servizi con App che 
                    aggregano dati economici e preferenze con cui si può 
                    pensare a nuovi servizi di cucina che complementano e/o disintermediano 
                    il tradizionale ristorante. Serve guardare a questo genere 
                    di opportunità per arricchire il modello di business.
 
 
  Pier Paolo Barberini, Commercial Operations Director, Wind Tre Spa
 Con le misure di contenimento della prima fase 
                    covid si è riscontrata una forte riduzione della gestione 
                    dei contatti human, anche sino all’80%.
  L’AI è stata essenziale come supporto nei processi 
                    più critici ed essenziali del caring nel settore telco. 
                    Si è verificata una accelerazione per l’alfabetizzazione 
                    digitale, che ha reso il cliente più disponibile e 
                    capace. Si è massimizzata la capacità di interagire 
                    per avere una gestione interattiva basata su una conoscenza 
                    più completa del cliente. Le applicazioni di AI devono 
                    generare valore non solo saving. Serve valorizzare la dimensione 
                    data analitys che completa il processo di sviluppo dell’AI. 
                    Infine è fondamentale sfruttare la congiuntura per 
                    forzare varie tipologie di vincoli per aprire a soluzioni 
                    più semplici. A proposito di disintermediazione, forse 
                    anche il settore BPO può essere interessato da tale 
                    trend. 
 
  Lelio Borgherese, Co Founder e CEO, Gruppo Activa
 Se ci si focalizza sul tema dei BPO, si nota 
                    che il covid ha evidenziato l’essenzialità del 
                    ruolo del settore, sia con risorse human, che con tecnologie 
                    di AI. Questa centralità non sparirà con la 
                    chiusura dell’emergenza.
  Inoltre si è dimostrato che la tecnologia non è 
                    un pericolo per il lavoro, soprattutto perché si è 
                    riusciti ad unire le due componenti. Nel frattempo è 
                    anche avvenuta la rivoluzione dello smartworking, che è 
                    stata possibile grazie alle infrastrutture tecnologiche di 
                    comunicazione applicate alle organizzazioni BPO. Anche questo 
                    è un risultato raggiunto. Per quanto riguarda il mercato 
                    Crm e Analitycs il gruppo comunica che React ha vinto un particolare 
                    Hackathon di Microsoft, creando un prototipo di soluzione 
                    analitica, predittiva e conversazionale per il mondo utilities. 
                    Con applicazione di churn risck per singolo cliente e con 
                    un bot che consente di fare azioni preventive ed escalation 
                    verso l’operatore umano. Con i nuovi modelli di disintermediazione i centri di servizi 
                    sono stati distribuiti sul territorio e, in teoria, si potrebbero 
                    avere grandi piattaforme a cui free lance si appoggiano per 
                    erogare servizi di caring e teleselling. Il settore è 
                    attento anche a tali evoluzioni, tanto che Assocontact sta 
                    promuovendo una “call for idea” per cercare giovani 
                    talenti che operino su nuovi strumenti tecnologici. Inoltre 
                    il cambio dei modelli di business deve essere realizzato assieme 
                    ai committenti, anche per passare da compensazioni di tipo 
                    time based ad altre collegate agli obiettivi.
 
 
  Sandro Parisi, CEO e partner, Eudata
  Si è riscontra una accelerazione lato 
                    organizzazioni con lo smartworking, che si è presto 
                    trasformata in ricerca di efficienza lato mercato e all’interno 
                    delle aziende. Stiamo vedendo la velocizzazione nell’adozione 
                    di AI, per cui prevedevamo almeno un paio di anni, che é 
                    arrivata in tempi rapidissimi, anche in deroga ad una serie 
                    di vincoli. Ad esempio, nell’ambito dei processi di 
                    liquidazione alcune assicurazioni hanno impiegato WhatsApp 
                    con automazione mediante AI. Un altro trend è quello 
                    dell’efficienza con utilizzo dell’AI a supporto 
                    dell’operatività dell’agente, che opera 
                    da remoto, con formazione continua e snellimento delle attività 
                    di collaboration. Per finire, si evidenzia un forte ritorno 
                    sul valore delle tecnologie e su chi opera su di esse all’interno 
                    delle aziende. Se è importante collezionare dati attraverso 
                    l’AI, è anche vero che spesso essi già 
                    esistono. Di certo l’AI aiuta, ma i dati li avevano 
                    anche prima: ora è importante utilizzarli bene.
 
 
  Filippo Ruggiero, Responsabile Virtual Channels, Enel
 La nostra vita personale è cambiata e 
                    cambieranno le nostre aspettative nelle relazioni personali 
                    ed aziendali.
  Si deve considerare la prima fase di emergenza, dove serviva 
                    mettere in sicurezza le persone e dare continuità al 
                    servizio anche con l’uso della AI. Circa 1500 negozi 
                    Enel sono stati chiusi, mentre i chatbot si sono rilevati 
                    molto utili. Oggi si passa ad una seconda fase in cui occorre 
                    capire come evolveranno i consumi, come cambiano i canali 
                    impiegati, come cambieranno le abitudini. Le esigenze dell’AI 
                    si spostano verso la capacità di prevedere comportamenti 
                    e di generare offerte più vicine alle singole esigenze. 
                    Dopo l’aumento nell’uso dei canali digitali con 
                    impiego intensivo del chatbot nella fase 1, ora è più 
                    utile avere nell’AI uno strumento importante per tornare 
                    a relazionarsi.
 Se guardiamo ad altre linee di business in Enel, l’AI 
                    può avere varie applicazioni che incidono sulla sicurezza 
                    e sulla sostenibilità. Ci sono motori di AI nella manutenzione 
                    preventiva delle grandi centrali e linee, altri che lavorano 
                    per ottimizzare il consumo di acqua delle centrali, altri 
                    che ricevono le foto dai droni e individuano rischi sulla 
                    sicurezza dei lavoratori. Anche nei processi di HR, selezione 
                    e replacement, ci sono applicazioni di AI. Per il settore 
                    del mercato, lo scopo ultimo resta quello di essere in contatto 
                    con i clienti nel momento giusto, in maniera personalizzata, 
                    attraverso un canale familiare al cliente e con la proposta 
                    più opportuna.
 
 
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