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              ROMA, martedì 2 Marzo 2004      
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                   MILANO, giovedì 4 Marzo 2004
 
                
                  | I 
                    docenti del seminario sono stati: - Dr. Umberto Signorini, 
                    Presidente Antex
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                    Avv. Massimo Preti, 
                    Studio Preti
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                    Dr. Gianni Bocchieri, Direttore Legale 
                    & Pubblic Affair di Adecco
 | Si 
                    ringraziano per la concesssione delle sale: - a Roma,
 ICService Infocamere
 
 - a Milano
 BPU, Banca Pop. Commercio Industria
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                  | Nelle due giornate sono stati affrontati i temi della flessibilità 
                    contrattuale nei Call center e delle opportunità offerte 
                    dalle nuove norme contenute nella cosiddetta Legge “Biagi” 
                    (nella foto a destra alcuni partecipanti a Roma).
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                Obiettivo era il superamento delle prime “ripercussioni 
                psicologiche” per arrivare alle possibilità concrete 
                di utilizzo delle flessibilità nuove e vecchie, interne 
                ed esterne all’azienda.
 Con la legge Biagi nasce il rapporto di collaborazione, per la 
                prima volta viene ufficializzato in una forma diversa da lavoro 
                autonomo e lavoro dipendente.
 Si costituisce così il “terzo 
                pilastro” (U. Signorini) su cui poggia la gestione 
                delle risorse, un pilastro che basa le sue caratteristiche sull’affidamento 
                di un risultato da ottenere (vs. il tempo da dedicare come nel 
                lavoro dipendente), sull’autonomia operativa (ma coordinata 
                nel processo aziendale come la dipendenza), nell’utilizzo 
                di mezzi ed organizzazione dell’azienda (vs il lavoro autonomo).
 
                In particolare ci si è concentrati 
              su:
                  | Sia 
                    a Roma, sia a Milano, si è avuto un significativo dibattito 
                    con gli intervenuti ed i relatori sono stati a disposizione 
                    oltre che su tematiche generali, anche e soprattutto sui casi 
                    specifici, scendendo anche sul piano dell’attuazione 
                    concreta. |  |  
               
                 
                  contratti di inserimento, apprendistato 
                  e tutte le altre forme di contratto a tempo determinato e le 
                  facilitazioni connesse; 
                 
                  il contratto a progetto (M. Preti), valutando possibilità 
                  e limiti nella definizione di progetto, programma e fasi, e 
                  le differenti possibilità di parametrazione retributiva 
                  ed incentivazione; 
                 
                  infine una precisa verifica della somministrazione di mano d’opera 
                  e dell’appalto (G. Bocchieri) con confronti specifici, 
                  anche economici, sia con le precedenti modalità di lavoro 
                  interinale sia con le forme oggi disponibili di assunzione diretta.  
              
                
                  | A 
                    fare da scenario generale a questi approfondimenti, una frase 
                    condivisa da tutti i relatori “non 
                    si tratta solo di applicare la legge Biagi, ma di cogliere 
                    anche l’opportunità di ripensare globalmente 
                    alla gestione delle risorse umane utilizzando tutti gli strumenti 
                    a disposizione, gestione delle risorse che deve essere conseguente 
                    alla revisione dei processi operativi per verificarne l’allineamento 
                    con gli obiettivi primari dell’imprenditore e dell’azienda”. |  L’allargamento delle possibilità gestionali 
              porta ad interrogarsi sulle motivazioni alla base della necessità 
              di flessibilità e quindi sugli obiettivi generali.
 
 Partendo dalla considerazione che 
              la flessibilità per i call center è una necessità 
              e non uno slogan, le nostre organizzazioni attraverso la flessibilità 
              soddisfano le esigenze del cliente in termini di orari di disponibilità 
              del servizio, di concentrazione di chiamate, di andamenti legati 
              ai picchi di mercato ed alla stagionalità.
 
 La flessibilità è stata inoltre la base per soddisfare 
              le esigenze di miglioramento dell’efficienza del lavoro, di 
              razionalizzazione dell’organizzazione ed ottimizzazione della 
              qualità del servizio, infine di miglioramento della competitività.
 Va però valutato con attenzione cosa deve essere flessibile 
              e cosa è legato alle attività che sono il core business 
              del call center, la struttura che garantisce continuità e 
              professionalità nei confronti di clienti e committenti, il 
              fattore differenziante dai concorrenti.
 Pertanto flessibilità come strumento per servizi di qualità, 
              adeguati alle esigenze e coerenti con i costi, non come fine gestionale 
              magari conto terzi, una flessibilità che i relatori hanno 
              ricordato essere “contrattata” dovendo soddisfare le 
              esigenze dell’azienda e quelle dei lavoratori.
 In questa ottica diventa estremamente 
              importante costruire un “ponte” che colleghi il vecchio 
              modello dei co.co.co. alle nuove forme flessibili, un ponte che 
              offra ad aziende e lavoratori una transizione coerente nell’ambito 
              del mercato stesso.
 
 Ogni organizzazione parte da situazioni diverse con differenti utilizzi 
              di co.co.co., di lavoro interinale e di altre forme contrattuali 
              quali i contratti formazione-lavoro, con differenti processi e costi 
              di selezione, formazione ed inserimento dei collaboratori, con differenti 
              approcci e costi alla definizione di processi di sviluppo della 
              professionalità, e naturalmente la revisione degli obiettivi 
              di mercato e gestionali dell’azienda porterà a definire 
              modelli di organizzazione da raggiungere differenti per struttura, 
              per tipi e quantità d’utilizzo di forme di flessibilità, 
              per processi di selezione, formazione e mantenimento, ed infine 
              per costi e quindi per tariffe offerte.
 
 
 
                
                  | Su 
                    questa fase di transizione si devono concentrare le attenzioni 
                    degli imprenditori e dei manager dei call center per andare 
                    al di là di regole generali e per trovare il proprio 
                    percorso verso la riattribuzione del valore alle attività 
                    di call center, rianalizzando i servizi offerti, reingegnerizzando 
                    i processi, ricostituendo un saldo nucleo di professionalità. In sostanza riportando il rapporto con il committente del 
                    servizio al valore del servizio stesso togliendo la priorità 
                    alla flessibilità selvaggia dei costi ed alla tariffa 
                    minima applicabile.
 |  L’applicazione della legge Biagi 
              non comincia quindi solo sui tavoli dei responsabili del personale, 
              ma con una revisione strategica con il committente interno od esterno 
              degli obiettivi del servizio.
 
 Gianmario Re Sartò
 
 
               
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                | Momenti 
                    di pausa al buffet  |  |