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Da
posto di lavoro a professione
In
concomitanza con l'avvio del benchmarking sul turnover del personale
nei call center iscritti al Club CMMC (vedere
documenti a destra), si ritiene opportuno
fornire alcune annotazioni che possono dare un contributo informativo
a tutti. |
preparazione analisi
turnover
istruzioni
per il calcolo |
Scelta del posto di lavoro
Molti sono i metodi per valutare una nuova azienda.
In particolare, per coloro che sono interessati ad entrare nei
call center una prima impressione della nuova azienda si ha
visitando i locali dedicati al call center: ad esempio, lo spazio
del posto di lavoro, la luminosità e la presenza di colori
nell'ambiente di lavoro.
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Ma anche
i locali dedicati agli intervalli di attività, per il lunch
e la lettura possono essere una "vetrina" importante.
Oggi molte giovani mamme ricercano i servizi di asilo nido all'interno
dell'azienda.
Le informazioni sulla società spesso vengono reperite dal sito
web.
In questo caso risultano gradite la presenza di un’area destinata
ai collaboratori (operatori) e la segnalazione del conseguimento della
Certificazione di qualità.
Per quanto riguarda i salari, chi entra nei call center cerca in prima
battuta l’assunzione, attraverso l’interinale (quasi il
30% del totale dei nuovi ingressi nel settore) oppure con contratto
part-time.
Cresce l’attenzione nei confronti dei programmi di formazione.
Meglio se all’ingresso questa fase di addestramento non risulta
inferiore a 10 giorni lavorativi e se è prevista anche una
sorta di “attestato” per la frequenza.
Le retribuzioni medie
I compensi lordi annui medi nei contact center - comprendendo
la retribuzione base, gli incentivi e i bonus - possono essere indicati
come segue:
- Direttore di Contact Center, 54.000
euro
- Account Manager, 48.000 euro
- Crm Manager, 43.000 euro
- Supervisore, 30.000 euro
- Formatori, 27.000 euro
- Team Leader, da 15.000 a 24.000 euro.
Risulta
più complesso stimare il guadagno di un operatore neo assunto,
visto che molto dipende dal tipo di attività, dagli incentivi
e dai compensi per orari attività straordinarie (festivi, notturni,
ecc...).
Si può andare da 11.500 euro
in media per un collaboratore coordinato continuativo con attività
di 4 ore/giorno a 17.000 euro per chi ha un contratto a tempo indeterminato.
La varianza di queste retribuzioni risulta ancor più
superiore se si guarda al guadagno orario lordo medio (senza incentivi):
si può andare da circa 4 euro a 8 euro.
Le retribuzioni sono variabili in relazioni alle attività.
I parametri di riferimento potrebbero essere i seguenti:
- 100 per operatore di telemarketing
- 97 per operatore di help desk
- 90 per operatore customer care
- 82 per intervistatore.
Infine
si nota una differenza tra i guadagni degli addetti che operano
nei contact center in house e in quelli degli outsourcer:
intorno al 20% di differenza in meno per questi ultimi.
Incentivi e benefit
Gli incentivi sono presenti in relazione al tipo
di figura professionale e attività. All’interno
degli outsourcer hanno incentivi Direttori e Responsabili
operativi di call center, ma soprattutto gli Account, ovvero
i responsabili delle vendite.
I bonus (dal cellulare, all’auto) sono uno strumento
di incentivazione impiegato in particolare nelle organizzazioni
dei call center in-house.
Supervisore, Responsabile Tecnologie e Direttori sono le figure
più interessate dalle forme di bonus.
Sussidi
di previdenza e forme di assicurazioni ancora poco diffuse nei
call center e si trovano in relazione al tipo di contratto in
vigore specie presso i call center in house, per particolari
figure manageriali. |
Riflessione
da un formatore.
Alcuni (per la verità pochi) contact e call center
nazionali investono (anche molto) per elevare la qualità
delle loro Risorse Umane interne, attraverso corsi (relazionali)
di autostima, autocontrollo emotivo e di dizione(quest'ultimo,
a mio avviso indispensabile per elevare la professionalità
delle A.c.c. )
Badate bene: queste società investono in modo mirato
sulla singola risorsa, ed investono bene. Sono società
"avanti", che chiedono ma danno, lavorano sulla
persona prima e sul business poi. Averne.
Molti altre società invece, spendono (inutilmente)
soldi in corsi e percorsi formativi generici e generalisti,
fortemente inefficaci poichè quasi esclusivamente
tecnici (e non relazionali), con l'intento (spesso mal
celato) di incrementare il loro business. Badate bene:
queste società fanno il loro interesse, sono "sorde",
non conoscono realmente le loro Risorse Umane, chiedono
e non danno (o danno poco e male).
Concludo: la centralità delle Risorse Umane interne
è sempre vincente per ogni call center che si rispetti.
Il call center che cura solo l'aspetto tecnico della formazione,
trascurando l'aspetto etico e relazionale, prima o poi
dovrà fare i conti con ciò: turn-over esagerato
e continuo, insoddisfazione generale, poca professionalità.
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Panel
Da notare che una recente indagine condotta su un panel da Risorse
Call Center ha evidenziato che:
- vengono impiegate in media
da un minimo di 2 "giornate uomo" ad un massimo di 50
"giornate uomo" per gestire le relazioni sindacali,
- che la percentuale degli iscritti al sindacato varia da 0% a
un massimo del 37% ed in media si attesta intorno al 10%,
- i costi di gestione amministrativa dei call center incidono
per il 2,4% sul totale dei costi di gestione della struttura.
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