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Internet e il lavoro
Anche il recruitment è in rete: La ricerca Ires

I navigatori di Internet nel mondo sono 360 milioni, e di questi 95 milioni sono in Europa.
Di fronte a questo genere di diffusione del nuovo media cambiano anche i rapporti di lavoro: nella net economy si passa agevolmente dalla contrattazione collettiva alla contrattazione individuale.
Ires-Cgil ha di recente presentato una ricerca che conferma la crescente individualizzazione dei rapporti di lavoro (nota in fondo).

Del resto Internet cambia anche le modalità di offerta delle prestazioni di lavoro specie in relazione alle realtà del territorio: si potrà sempre più lavorare distanti dal proprio datore di lavoro (il call center della americana AOL, il più grande ISP, è localizzato a Manila nelle Filippine) e la relazione tra livello di remunerazione e grado disoccupazione locale sarà sempre meno diretta, ovvero non è più detto che in una zona con alta presenza di disoccupati gli stipendi siano più bassi, ma molto dipende dalle competenze degli addetti che le aziende cercano.

Se si va verso questo scenario di "nuove professionalità" la formazione dovrà occupare un ruolo primario.
Ma non sarà l'unica trasformazione di domanda e offerta di lavoro nelle "piazze virtuali".

Ricerca personale
Tra i tanti cambiamenti indotti, Internet sta rendendo obsoleti i metodi tradizionali di ricerca del lavoro: dalle agenzie di collocamento alle inserzionii pubblicitarie, dai passa parola tra amici ai colloqui tramite sindacato.

Negli Usa si stima che vi siano on-line circa 7 milioni di curricula e 29 milioni di annunci
, solo il sito www.monster.com ha più di 4 milioni di curricula e mezzo milioni di annunci.

Il vantaggio della rete
rispetto alla carta stampata consiste soprattutto nella velocità di consultazione e nella possibilità di avere a disposizione informazioni sempre aggiornate.
Inoltre un effetto che il web dovrebbe garantire è quello di acceleratore sul tempo di incontro tra domanda ed offerta. Infatti le statistiche in Usa mostrano come solo un disoccupato su dieci cerca lavoro da più di 6 mesi.

Questa evoluzione del mercato del lavoro risolve alcuni problemi e ne lascia aperti altri. Ad esempio, poiché Internet agevola l'accesso di chi cerca lavoro, si generano repentini picchi di domanda per ogni posto offerto. Si crea perciò un numero eccessivo di domande e le imprese sono obbligate a scegliere tra un numero troppo elevato di candidati, spesso difficile da gestire.
Inoltre le imprese selezionano secondo metodi non sempre riproducibili on-line sulla rete. Si pensi alla valutazione di una motivazione o di una predisposizione per un certo incarico, ovvero a tutte quelle informazioni che possono essere quasi esclusivamente ottenibili mediante un colloquio diretto faccia a faccia.

Consultare sul sito la banca dati delle domande di lavoro nei call center

Secondo una ricerca della Ires, centro studi della Cgil, sono oltre 50.000 gli addetti che lavorano nei call center italiani. L'identikit del lavoratore è: giovane (29 anni), colto, single, vive in famiglia. Nel 95% dei casi il guadagno non arriva ai 2 milioni di lire e per il 58,7% il contratto di lavoro è atipico. Per un terzo degli intervistati il contratto è da lavoratore non dipendente (novembre 2000).