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Dealer e Digital per il comparto
automotive
Sono
due i punti che risaltano nell’esaminare il marketing del
comparto automotive in Italia: i Dealer e il Digitale.
Tutti sono d’accordo che la digitalizzazione cambia il processo
di acquisto e che in tale processo un ruolo importante e rinnovato
tocca ai concessionari.
Le seguenti considerazioni sono tratte da alcuni
degli speech presentati nel corso del convegno "Innovauto"
organizzato da IIR a fine gennaio 2016.
I
dealer
I clienti vogliono cose «reali»: ovvero qualità
del prodotto acquistato, visibilità e controllo sui processi
che li riguardano, interazione umana con chi è in grado di
prendere in carico e risolvere le proprie necessità.
In questi ultimi tempi la multicanalità può avere
creato confusione, portando le aziende ad adottare vari touch points
senza una strategia integrata, con tool non comunicanti, con database
scollegati, con incompatibilita’ tra i diversi device e interaction
point senza strategia integrata.
I
programmi messi in atto da Dealer Italia di FCA hanno
come obiettivo l’ascolto sistematico e strutturato, volto
a soddisfare le esigenze del cliente finale con creazione di nuovi
format, per la generazione delle opportunità commerciali,
e di servizi di eccellenza, per incrementare la capacità
di conquista.
Infine, si intende rafforzare la brand experience rinnovando la
memoria emozionale che il cliente ha provato entrando a contatto
con il prodotto.
Uno
dei programmi di supporto ai dealer è il local contact
center, che agisce con campagne di vendite e after sales,
outbound (ricerche e raccolta feedback) e inbound (richiesta informazioni,
raccolta lamentele).
Va
citato il progetto "Jeep to You T", che si propone di:
fornire servizi premium al target di riferimento, dare servizio
a valore (home test drive), avere un link diretto con il sales department
e, infine, raggiungere un target NPS pari al 100%.
Il
programma centrale resta quello di sviluppare un modello di relazione
comportamentale e di processo finalizzato a migliorare l’empatia
tra cliente e venditore e di generare opportunità commerciali.
I prossimi obiettivi sono, in sintesi, che ogni punto di contatto
sia strutturato per fornire la medesima esperienza di brand, e che
si possa incrementare il tasso di conversione tra canali di primo
livello e canali fisici di secondo livello.
Il
digital
Lo scenario digital si presenta in forte evoluzione. Già
oltre la metà della popolazione italiana è online,
il 75% accede alla rete da terminale mobile.
La fruizione dei servizi in rete è sempre più multicanale,
si impiegano device diversi per vari momenti della giornata e si
crea sovrapposizione degli strumenti. Il 48% utilizza un altro device
mentre guarda la TV.
Tali aspetti hanno effetti sul processo di acquisto. Infatti, il
Cliente acquisisce le informazioni necessarie prevalentemente online.
Nel 57% dei casi non compra il modello che aveva ipotizzato
inizialmente e nel 54% dei casi viene spinto a considerare un modello
differente dopo la visione di un video
Nel 80% dei casi utilizza il suo smartphone, spesso
per ricercare il concessionario più vicino. Ma, prima dell’acquisto
fa solo 2,5 visite in concessionaria e 1,1 test drive.
Secondo il Marketing di Hyundai, per presidiare
i momenti critici del processo decisionale occorre creare contenuti
rilevanti, dedicati a clienti diversi, sui canali (sito, mobile
e social) e nei momenti in cui essi sono attivi.
In particolare, nel processo sono critiche le richieste
di test drive e preventivo.
Si é consapevoli che ogni opportunità commerciale
vada gestita, altrimenti si indebolisce la reputazione del brand
e la raccomandabilità dei suoi concessionari.
Inoltre si deve tener conto che il cliente è sempre più
informato sul prodotto e sulla concorrenza e che apprezza la tempestività.
Una selezione dei lead generati dalle campagne digital attraverso
contact center può essere utile soprattutto se serve a passare
ai dealer dei contatti realmente potenziali.
La
fidelizzazione digital
Uno dei casi più significativi di strategia di fidelizzazione
è rappresentato da MINI Italia, che si propone di gestire
al meglio la relazione con gli attuali clienti e di favorire il
passaggio ai nuovi valori del Brand.
Due dati comunicati da MINI: la quota del digital sul totale
budget media è oggi già del 24% (in crescita) e il
tasso di fidelizzazione è passato da 30% nel 2012 al 39%
nel 2015.
MINI REPUBLIC é un programma e una piattaforma online
dedicati a tutti i clienti mini.
Secondo il Marketing MINI, é la prima repubblica digitale
fondata su stile, energia, movimento e divertimento, dove tutti
i clienti mini sono cittadini mini.
E’ un’attività strategica per ingaggiare e fidelizzare
i Clienti, non è un coupon di sconti, ma include offerte
mirate e vantaggi per tutti i clienti o prospect coinvolti nel programma.
Crea situazioni specifiche di comunicazione diretta a precisi cluster
di clienti.
E’ una piattaforma integrata di CRM e loyalty per trasformare
i prospect, in clienti e, poi, in lover. Tenendo conto che il
«digitale» deve avere una ricaduta «reale».
Conclusioni
Secondo McKinsey, l’85% dei clienti continua
ad usare i saloni dei concessionari, ma di questi il 25% non si
ritiene soddisfatto dell’esperienza avuta nel corso del processo
di acquisto. E il 72% afferma che un miglioramento nel processo
potrebbero motivarli a visitare i punti di vendita più frequentemente.
Le possibili aree di miglioramento sono spesso comuni ai
vari brand.
Occorre fornire al dealer strumenti innovativi (vedere
tavola, fonte Engineering) che consentano una gestione
sempre più efficace, ma, soprattutto, bisogna che vi sia
condivisione di obiettivi e integrazione tra attività locali
e centrali. Servono Change Management e formazione, migliorando
sempre la collaborazione.
Un altro tema comune riguarda la capacità di dare al cliente
una visione globale e non limitarsi al singolo canale. Non è
tutto digital, nè tutto retail.
Infine, una particolare attenzione va posta sui nuovi indicatori
legati alla CEM, VoC e NPS, in particolare per quest’ultimo
si notano valori molto variabili, da circa 45% per un brand che
opera nel settore dei motoscooter all’ 87% per un noto marchio
di trattori.
Evidentemente si tratta di mercati e clienti molto diversi.
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