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Gli skill degli
agenti Frederick F. Reichheld,
Consulente di Bain & Company, riporta nel suo libro "The Loyalty Effect"
alcune considerazioni sulle esigenze delle aziende di mantenere relazioni con
i propri mercati. Negli Stati Uniti una situazione che descriva lo
stato dell'arte della customer relation può essere riassunta dai seguenti
dati: - il tasso di defezione dei clienti spazia
dal 10 % al 30%, - il turnover degli impiegati varia dal 15% al 25%, -
il churn annuale degli investitori può essere superiore al 50%.
Ora, come può il Top Management affrontare una situazione come quella
sopradescritta e aspettarsi di poter aumentare la profittabilità della
sua impresa, quando dal 20% al 50% della parte più preziosa del suo patrimonio
aziendale svanisce ogni anno? Occorre
avviare la riorganizzazione delle strutture dei Call Center focalizzandosi sulle
esigenze dei clienti, degli impiegati e degli investitori, cominciando a mettere
in discussione uno dei più importanti e vecchi paradigmi: la collocazione
degli agenti in gruppi, definiti in base agli incarichi affidati alle persone
e alle singole capacità ed esperienze professionali.
I "gruppi virtuali" descrivono una situazione in cui tutti gli agenti
possono rispondere ad una chiamata in arrivo, gestita a monte da CLI e IVR ed
instradata sull'operatore che è più qualificato per rispondere.
L'assegnazione dinamica
della chiamata ai gruppi virtuali è vitale per realizzare il modello "one-to-one",
che personalizza la comunicazione, impiegando in modo ottimale le potenzialità
professionali del personale e soddisfacendo il cliente. I
sistemi più evoluti devono permettere non solo di poter gestire alcuni
aspetti tradizionali dei profili - come ad esempio le lingue parlate, il tipo
di attività, e la conoscenza di prodotti o procedure - ma anche "soft
skill", come predisposizione alle attività di cross selling, sensibilità
al guadagno, affinità di origine demografica. Con questi nuovi criteri
è possibile costruire i gruppi virtuali all'interno dei Call Center. |