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Pensieri
del 2011
- di Mario Massone
1) Qualche breve commento di inizio anno 2011.
Negli auguri natalizi di quest’anno ho colto più del
solito la presenza della chiusura “A presto”.
E si è trattato quasi sempre di persone che non vedo da tempo.
Forse è semplicemente un augurio, ma penso che sia anche
dovuto al fatto che io sono cocciuto e resto sul pezzo da tempo
e perciò ogni tanto ritrovo compagni di avventura. Bentornati!
Ho sentito: ”abbiamo una ferrari ma rischiamo di usarla come
una cinquecento”.
Strano a dirsi, ma in un momento in cui ci si lamenta che le aziende
non innovano e non investono, capita di scoprire che, invece, dove
si è innovato le capacità delle nuove tecnologie rischiamo
di essere sottoutilizzate. Applichiamole!
Controllo.
Ho riscontrato che “controllare” è una affermazione
che viene ancora impiegata, spesso quanto ci si lamenta che non
è possibile applicarla ai collaboratori. Allora mi chiedo
quale tipo di clima aziendale si viva in queste organizzazioni e
quali importanti evoluzioni queste stesse realtà debbano
ancora concretizzare per poter gestire un ambiente realmente collaborativo.
Coraggio!
Motivazione
E' stato uno degli argomenti più apprezzati dai responsabili
che hanno partecipato ai nostri incontri di sensibilizzazione. Se
poi tali suggerimenti hanno stimolato la nascita di nuovi progetti
e se già nel breve questi hanno dato risultati concreti ancor
meglio. Questo è l’aspetto più gratificante
per noi. Grazie!
L’Italia non attrae investimenti.
I motivi sono molti e noti: bassa crescita del PIL, alta burocrazia,
scarsa innovazione nell’impiego delle nuove tecnologie, ecc…Certo
i nostri ritardi sono gravi, ma ciò non toglie che, partendo
da posizioni di retroguardia, si possano fare passi in avanti significativi.
Muoviamoci!
Per gli outsourcer la situazione di bilancio è pesante.
Non è la prima volta che le imprese di questo “giovane”
settore si trovano in difficoltà, ma certo è che se
oggi le migliori e le più organizzate puntano al pareggio,
tutte le altre.... La fragilità del settore è conosciuta:
con alcune commesse (escluse le sovvenzioni) si riescono a malapena
a coprire i costi di gestione del personale. E questa situazione
si riflette anche sui committenti!
Addio alla
vecchia fabbrica.
Forse è giunto veramente il momento di rottura con la visione
quantitativa del costo contatto (il più basso possibile).
Le aziende intendono dare evidenza del valore del Servizio Clienti
fornito attraverso organizzazioni realmente professionali on-line,
con servizi sia nella modalità voice che web. Occorre essere
bravi a collocare il "nuovo prodotto" Servizio Clienti
in una logica di mercato in cui esso diventa vera leva strategica.
Avanti così!
2)
Qualche considerazione prima delle vacanze di agosto 2011
Oggi oltre il 55% delle case ha accesso a Internet e sono oltre
25 milioni gli utilizzatori della rete. Sono circa 20 milioni gli
utenti Facebook in Italia e 20 milioni gli smartphone, 1°posto
in Europa.
Intanto
nel settore della relazione con il cliente si rilevano segnali contrastanti.
Dal 2008 ad oggi in Italia si é registrato un significativo
calo degli addetti nei front end in-house e in outsourcing. Sono
vari i motivi di questa riduzione del personale.
La crisi economica ha avuto effetti sia sulle attività del
post vendita che sull’outbound.
Si è verificata una diminuzione dei contatti gestiti dai
contact center, in particolare il tradizionale traffico da Numero
Verde. Inoltre va considerato il crescente ricorso a forme di servizi
in self service, sia vocale che attraverso web.
Di fronte
ad una contrazione dei volumi tradizionali si registra un miglioramento
nella qualità del contatto gestito. Si riscontra una riduzione
delle richiamate, con aumento della soluzione al primo contatto.
In vari settori gli indici di soddisfazione del cliente sono in
crescita. Nelle PU l’ultima classifica pubblicata dall'Autorità
per l'energia evidenzia che un terzo delle società ha un
punteggio CSI più alto rispetto a quello di sei mesi prima.
Per il Telemarketing
la legislazione italiana è cambiata: viene scelto il modello
opt-out (il consumatore segnala il suo dissenso a ricevere comunicazioni)
e si introduce il registro delle opposizioni. Tuttavia per le aziende
aumentano i costi per le iscrizioni e per le nuove modalità
di gestione (es. validità della pulizia della lista pari
a soli 15 gg).
Per concludere,
la vera sfida dei prossimi anni consiste nella capacità del
settore di fare innovazione, intercettando le nuove forme di relazione,
sempre più impiegate da clienti e cittadini. Ci sono ancora
aree di miglioramento e opportunità, ma queste saranno raccolte
solo da alcune aziende, che sapranno sfruttare meglio la filiera
e le partnership di settore
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