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Digital
Customer Management: quali competenze servono e come si sviluppano
di Maurizio Mesenzani
I canali
e le modalità di contatto con il pubblico stanno rapidamente
cambiando. Le telefonate verso i call center di aziende pubbliche
e private negli ultimi due anni sono crollate, mentre crescono in
modo esponenziale i contatti attraverso i canali digitali: mail,
app, social network, blog e forum. Questo vale soprattutto per le
nuove generazioni, che vedono il telefono come un “device”
evoluto, ricco di funzionalità, tra cui la voce è
una di queste, spesso utilizzata per chiamate personali, sempre
meno utilizzata per richieste di informazioni, reclami, pratiche.
Le lunghe attese, i giri infiniti nell’IVR, la difficoltà
a parlare con la persona giusta, la difficoltà ad avere risposte
risolutive, i problemi legati a rete e segnale, talvolta i costi,
hanno spostato i contatti su canali diversi dalla voce. Non spariranno
certo le risposte degli operatori “Buongiorno in cosa posso
esserle utile?”, e non spariranno le voci guida che dicono
“Per parlare con un operatore prema il tasto 9”, o “per
tornare al menu principale prema cancelletto”, ma alla gestione
telefonica si affiancheranno in modo pervasivo e massiccio le altre
gestioni sui canali “digitali”
Ciò comporta un cambiamento di skills, di abilità
e competenze, dal punto di vista tecnico-specialistico, operativo,
relazionale, comportamentale, manageriale. Sta cambiando il lavoro
degli operatori, cambia anche quello dei loro capi diretti e del
manager di contact center: cambiano gli ambiti di lavoro e cambiano
gli indicatori di misurazione.
La tabella seguente contiene una prima sintesi delle principali
differenze tra la gestione dei clienti/cittadini sui canali tradizionali
e su quelli digitali
Seguono quindi alcune domande: in primo luogo, quali saranno gli
impatti sulle persone e sulle loro competenze? Riemergeranno certamente
alcune meta-competenze che negli ultimi tempi erano vissute come
“scontate” o acquisite, quali la cortesia, il linguaggio
parlato e scritto, la capacità di analisi e di sintesi; emergeranno
altre competenze direttamente legate al mondo dei social network.
L’immagine seguente è il modello didattico proposto
da amcservices, Welikecrm e BSD per lo sviluppo delle competenze
di digital customer management.
Il modello contiene le principali aree tematiche necessarie alla
gestione dei clienti social: alla base le conoscenze dei social
network e del loro funzionamento, che sebbene facile ed intuitivo
nell’uso personale, per quanto riguarda l’uso “business”
contiene non pochi rischi legati alla privacy, alla condivisione,
alla visualizzazione delle informazioni, all’integrazione
tra diversi media/app; web writing e tecniche di comunicazione e
relazioni interpersonali nei canali social sono altri elementi fondativi,
sui quali va costruita una solida competenza di gestione conflitti.
I social network sono terreno ideale di antagonisti, contro-dipendenti,
detractor o anche semplicemente competitor: un conflitto che al
telefono vede salire i toni di voce, vede linguaggi scurrili e può
chiudersi con una interruzione di chiamata, nei social network deve
restare entro limiti definiti, per evitare pericolosi effetti catena
e per evitare derive di immagine/reputazione del brand.
Tra le competenze più complesse si evidenziano il mondo del
community management, con le sue dinamiche e i suoi elementi distintivi,
il social media marketing, la gestione dei contenuti multimediali
(non solo testo o immagini ma anche suoni, video, trailer…),
attraverso l’uso di storie e di racconti. Occorrono inoltre
elementi tecnico-specialistici, quali gli ambiti di SEO-SEM e di
usabilità ed interaction design.
Gestire processi social richiede inoltre una familiarità
con i processi in entrata e in uscita: occorre sapere sempre come
gestire i singoli casi, a chi indirizzarli, chi e come deve pubblicare
una risposta, chi e come può pubblicare in modo proattivo
una informazione utile.
Ancora, nella parte in alto a destra della matrice si evidenziano
competenze emergenti, sia operative che di management, connessa
all’elaborazione e gestione dei dati e alla capacità
di realizzare analisi approfondite attraverso i social network e
il web: sentiment e reputation, voce del cliente, suggerimenti su
nuovi prodotti e servizi, gradimento di offerte e prezzi, valutazioni
del servizio, valutazione del brand, promoter score, localizzazione
fisica e on line di evangelist e detractor sono solo alcune delle
informazioni che il web e i social network contengono già:
vanno solo lette, analizzate ed utilizzate al meglio.
Infine, queste competenze come si acquisiscono, come e dove si sviluppano?
Gli istituiti scolastici e le scuole di formazione hanno raccolto
la sfida? O restano solo percorsi artigianali di training on the
job. Servono percorsi didattici certificati, serve un modello didattico
condiviso, trasversale rispetto ai settori e agli orientamenti:
indipendentemente dai mercati di sbocco, il web e i social media
sono il principale ambito di innovazione e sviluppo organizzativo
di imprese e pubbliche amministrazioni, occorre quindi un rapido
approfondimento e una rapida diffusione delle competenze sopra elencate.
Servono strumenti di standardizzazione dei saperi per allineare
verso l’alto il sistema paese, lavorando sugli occupati, nella
formazione continua, per evitare fenomeni di “digital divide”,
lavorando sugli studenti e sugli inoccupati per favorire il loro
accesso nel mercato del lavoro e una qualificazione maggiore dei
mestieri, soprattutto per chi si occupa di contatto con il pubblico.
Servono in particolare nuovi schemi formativi: l’aula frontale
e la lezione tradizionale non sono le modalità più
adatte ai temi discussi sinora; occorrono laboratori avanzati, allestiti
con tecnologie di nuova generazione, computer, telefoni, tablet
e ipad; occorre sviluppare app didattiche e ambienti di social learning,
nei quali vanno utilizzate modalità sperimentali e soluzioni
di gamification: simulazioni, realtà virtuale, role playing.
E’ un cambiamento inevitabile per far crescere le persone,
le aziende, le pubbliche amministrazioni e, di conseguenza, il paese:
il digital customer management non è solo tecnologia, ma
è soprattutto persone e relazioni.
Maggio
2015
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