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La
Privacy e la Relazione con i Clienti
Estratto
da interviste a Francesco Pizzetti
Garante della Privacy
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Attuale
collegio insediato il 18 aprile 2005.
Presidente
Francesco Pizzetti
Componenti
Giuseppe Chiaravalloti, Vice Presidente
Mauro Paissan
Giuseppe Fortunato
Segretario generale
Giovanni Buttarelli |
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Intervista di
Renato Calvanese e Antonello Cherchi.
"Importante
aver garantito la scelta"
(Il Sole 24 Ore - lunedì 12 settembre 2005)
D. Il 20% di informative restituite
agli operatori del fisso è un dato soddisfacente?
F.P.: Sì. Significa che gli utenti hanno dimostrato interesse.
E anche in misura superiore a quanto i gestori telefonici potevano
aver previsto.
D. Perché, che percentuali si aspettavano?
F.P.: Non saprei. Ritengo, però che la maggiore difficoltà
riscontrata nel compilare i nuovi elenchi possa essere legata anche
al fatto che le scelte dei cittadini siano state più numerose
del previsto. E la legislazione italiana non è affatto restrittiva:
Spagna, Francia e Germania hanno adottato linee analoghe alle nostre.
D: Resta il fatto che circa l’80% non ha risposto. Può
avere influito un’informativa poco accattivante?
F.P.: Può aver certamente influito. Il Garante ha, però
fatto il proprio dovere nel chiedere che l’informativa venisse
diffusa. Spettava agli operatori darla nel modo più efficace
possibile.
D.: Pochissimi cittadini hanno chiesto di ricevere pubblicità
per posta o telefono….
F.P.: A questo punto si deve prendere atto che la stragrande maggioranza
degli italiani non vuole che l’elenco sia utilizzato per fini
diversi dalle comunicazioni interpersonali.
D.: Un successo della privacy?
F.P.: Intanto è un successo della chiarezza: è inutile
inviare pubblicità a chi non la vuole ricevere. Non è
solo una violazione della riservatezza, è anche uno spreco
imprenditoriale. E’ la prova provata che non c’è
da parte dei cittadini un gradimento per le informazioni pubblicitarie
a pioggia. Il vero successo della privacy c’è stato nel
momento in cui è stata offerta agli utenti la possibilità
di scegliere se e come comparire negli elenchi.
D.: D’ora in poi, stop alla pubblicità per telefono se
accanto al nome non c’è il simbolo della cornetta?
F.P.: Non c’è dubbio.
D.: A questo punto il direct marketing si trova in difficoltà……
F.P.: Abbiamo fatto il possibile perché fosse chiara l’opportunità
di scegliere se ricevere informazioni commerciali. Se però
si ritiene che l’informativa non sia sta diffusa adeguatamente,
non è a noi che lo si deve dire. Le scelte, comunque, si possono
modificare ogni anno. Se intendono fare una nuova campagna di comunicazione
per spiegare ai cittadini i termini dell’operazione, questo
per noi non rappresenta un problema. Se, invece, si parte dal presupposto
che l’informativa sia stata diffusa in modo adeguato, allora
possiamo dire di aver fatto un grosso favore al direct marketing gli
abbiamo evitato di sprecare risorse per inviare pubblicità
a chi non la vuole ricevere.
D.: Nei nuovi elenchi ci saranno pochissimi telefonini. In questo
caso può aver pesato la difficoltà di raggiungere con
l’informativa i possessori di carte prepagate?
F.P.: Anch’io mi interrogo con una certa inquietudine se l’informativa
in questo caso sia stata adeguata. Mi preoccupo, infatti, che ci siano
state le condizioni per una scelta libera, seria e consapevole. Se
gli operatori hanno il dubbio di non aver fatto una campagna informativa
efficace, dovrebbero sentire il dovere, anche economico, di richiamare
l’attenzione degli utenti.
Intervista di Antonello Cherchi.
"Privacy amica della tecnologia"
(Il
Sole 24 Ore - lunedì 6 giugno 2005)
A.C.
"Tra poco avremo nuovi elenchi telefonici in cui ciascuno potrà
chiedere di non venire disturbato per motivi commerciali…."
F.P.
"Ognuno di noi credo sia rimasto irritato da chiamate in ore
poco opportune. Le compagnie telefoniche ci hanno poi messo del
loro perché spesso hanno utilizzato il telefono per magnificare
i servizi agli utenti, concorrendo a rendere intollerante il fenomeno.
I cittadini chiedevano, dunque, di cambiare sistema".
A.C.
"Restano i problemi per gli operatori del direct marketing
, che dovranno fare a meno dei nominativi di chi dice “no”
alle promozioni telefoniche o a quelle postali".
F.P.
"Capisco il problema, ma ci sono molti modi per acquisire gli
indirizzi dei cittadini. Il dover ricercare altre fonti è
un onere che mi sento di chiedere a fronte di una maggiore tutela
della privacy della libertà di non essere disturbati".
A.C.
"Le liste elettorali però non sono più utilizzabili".
F.P.
"Il Codice ha già previsto alcune eccezioni, per esempio
per le Onlus. Tuttavia, poiché dobbiamo cercare la massima
sinergia con il mondo economico, siamo disponibili a verificare
se il ricorso ad altre banche dati, che non siano gli elenchi telefonici,
può comportare problemi di privacy".
Su
questi argomenti siamo in attesa di raccogliere i vostri commenti
via e-mail. Grazie
Chi opera nel settore del Direct Mailing ha calcolato che il
danno che subirà il settore con l'entrata in vigore della
norma é pari ad una riduzione di circa 5 miliardi di
pezzi, rispetto agli 11 miliardi totali. Al mancato introito
delle Poste vanno aggiunti tutti i danni che potrà subire
l'indotto della stampa. |
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