Lo stress da lavoro correlato D.lgs
81/08
Il decreto
legislativo 3 agosto 2009 n. 106 (Disposizioni
integrative e correttive del decreto legislativo n. 81) e il decreto
legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (Testo unico in materia
di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) sono disposizioni
che impongono al datore di lavoro di individuare sia il rischio
lavorativo sia il rischio stress lavoro correlato. Successivamente
devono essere individuate le misure idonee per attenuare le situazioni
di rischio e quelle di stress.
Non sono modelli facili da redigere e sui test da somministrare
c'è confusione. Anche per tali motivi si riscontra una continua
proroga dei termini: con il voto del Senato al Decreto legge 78/10
è stato approvata la proroga al 31 dicembre 2010 dell’adempimento
riguardante la valutazione del rischio stress lavoro correlato secondo
D.Lgs. n. 81/08.
Il 12 Luglio 2010, è divenuta ufficiale la proroga
dell’obbligo di valutazione del rischio stress sia per il
settore pubblico, che per il settore privato. E’ stato infatti
approvato l’emendamento alla manovra (conversione in legge
del decreto legge n. 78, del 31 maggio 2010) che stabilisce il differimento
della scadenza al 31 dicembre 2010.
Si
ricordano le situazioni organizzative considerate critiche:
-
Troppo o troppo poco da fare
-
Estrema rigidità e/o ambiguità dei compiti
-
Assenza o esasperazione dei conflitti di ruolo
-
Responsabilità nulla o eccessiva, specialmente verso terzi
-
Ripetitività e monotonia nelle attività
-
Necessità di elevato livello di vigilanza
-
Elevato carico psicofisiologico (turni, rumore, sforzo fisico,
pericolo..)
L’intervento
è caratterizzato da:
- Obiettivo:
valutare il livello di rischio stress
-
Metodo: Verificare la situazione aziendale in
termini organizzativi e se in alcuni gruppi risulta un rischio
medio o alto allora si faranno degli approfondimenti, attraverso
strumenti come questionari o focus group o interviste
-
Prevenzione e Protezione: Si effettuano delle
azioni formative, informative e riorganizzative per evitare che
il rischio comporti un danno psico-sociale alle persone che ne
sono esposte.
La
parte relativa alla valutazione comprende:
-
una valutazione oggettiva tramite metodi di osservazione
diretta;
-
una valutazione soggettiva tramite l’analisi della percezione
dei lavoratori;
-
un report conclusivo con l’analisi dei dati e la definizione
dei livelli di rischio a cui collegare gli interventi preventivi/protettivi
sullo stress lavoro-correlato, che diventa parte integrante del
documento generale di valutazione dei rischi”.
Check
list delle condizioni organizzative. Ovvero dimensioni organizzative
cruciali per l’equilibrio psicofisico sul posto di lavoro:
-
Atmosfera e clima sul lavoro
-
Richieste
-
Controllo
-
Rapporti
-
Cambiamenti
-
Compiti
-
Sostegno
-
Formazione
Alcuni dei problemi che restano aperti:
1) Stabilire un nesso causale ben chiaro fra fattori di
ordine psico-socio-lavorativo e insorgenza dell’affaticamento,
usura e della conseguente degenerazione in malattia
2) Separare aspetti “stressanti” della vita privata
da quelli lavorativi
3) Attribuire un peso ai fattori personali del singolo (caratteristiche
di personalità) nella percezione e dello stato di affaticamento
e disagio e nella reazione ad esso
La
valutazione deve essere fatta ad hoc sulla singola azienda, usando
strumenti e tecniche standardizzati.
A seconda della grandezza dell'azienda e del numero di
dipendenti è possibile utilizzare diversi tecniche e strumenti,
tarati sull'azienda stessa: l'importante è che la metodologia
di indagine sia corretta.
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