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Lavoratori atipici a Milano I
lavoratori atipici rappresentano circa i 3/4 dei nuovi posti di lavoro creati
nel 2000. Il fenomeno è particolarmente importante a Milano. La
Confederazione Nazionale dell'artigianato e delle piccole e medie imprese e la
Provincia di Milano hanno commissionato un sondaggio a Directa per comprendere
meglio questo fenomeno. I risultati sono stati comunicati agli
inizi di Aprile 2001 e mostrano risultati abbastanza sorprendenti.
Il campione di 300 intervistati si è così espresso. Intanto
ben il 71% è soddisfatto del lavoro che svolge (il 49% soddisfatto e il
22% molto soddisfatto) e solo l'11% si dichiara poco soddisfatto. Potendo
scegliere, - il 62% resterebbe nellattuale condizione lavorativa,
- il 37% preferirebbe essere assunto come lavoratore dipendente
Tra gli aspetti della propria condizione lavorativa che soddisfano
maggiormente: - il 57% segnala lindipendenza, il non dover dipendere
da nessuno - il 40% l'assenza di orari fissi - il 31% il lavoro vario
e non monotono - il 21% i contatti e le relazioni sociali - il 18% la
possibilità di guadagno - l'11% il lavoro per progetti e per obiettivi.
Tra le caratteristiche della propria condizione lavorativa che soddisfano
in misura minore, il campione ha segnalato: - il 32% lincertezza
sul futuro - il 28% l'incertezza sul futuro pensionalistico - il 28% il
reddito indoddisfacente - il 24% l'elevata burocrazia fiscale e contributiva
- il 14% le tasse elevate - il 13% le continue modifiche della legislazione
- il 10% l'assenza di tutela sindacale. Certo il campione rappresenta
un'isola felice, in quanto a Milano il lavoro c'é (Milano e Provincia hanno
solo il 4,2% di disoccupati), ma vengono comunque fotografati i cambiamenti in
atto: le trasformazioni economiche hanno influito sul costume sociale, e il mondo
degli atipici si è dato risposte ad esigenze che il "posto fisso"
non offre. In conclusione ci chiediamo: che i risultati
di questo sondaggio siano anticipatori di una realtà da estrapolare anche
al resto dell'Italia? |