E-mail
per la comunicazione | Nell'era
di Internet è sentita in modo sempre maggiore l'esigenza, da parte delle
aziende, di comunicare con i propri clienti, i visitatori dei siti Web, e comunque
con le persone potenzialmente interessate al prodotto/servizio che l'azienda offre.
Solitamente tali esigenze vengono soddisfatte mediante iniziative di web marketing. Tuttavia
in questa fase di evoluzione del mercato stiamo assistendo ad un ricorso forse
eccessivo (anche se in parte comprensibile) al cosiddetto "spamming",
ovvero all'invio di posta elettronica ad utenti che non hanno esplicitamente dichiarato
la volontà di ricevere tali messaggi.
SPAM= Stupid People Advertising Message Questo
comportamento porta con sè: 1) diseconomie che il sistema di comunicazione
comporta, 2) reazioni negative da parte dei destinatari dei messaggi indesiderati
3) intervento dell'Autorità garante per la privacy. Cerchiamo
di argomentare su ciascuno di questi aspetti. 1)
Secondo Brightmail, tale fenomeno sarebbe in crescita a livelli del
150% annuo,sia a causa della facilità nel reperire indirizzi e-mail (dai
visitatori dei siti o acquistandoli) sia per il fatto che, anche se solo una parte
ridotta dei destinatari risponde, i vantaggi per chi ha spedito il messaggio superano
con ogni probabilità i costi. Tutto ciò non vale per gli utenti,
però: si stima che ogni persona dotata di casella e-mail spenda circa 60mila
lire all'anno per scaricare messaggi non voluti (ossia circa 20mila miliardi a
livello europeo: il dato è fornito dalla Commissione Europea). 2)
La
frenesia di una comunicazione ansiogena via e-mail e la barriera costituita dal
mezzo tecnologico possono determinare reazioni anche isteriche, molto meno presenti
nelle relazioni dirette. Un ricorso eccessivo alla e-mail, ad esempio per scambiare
messaggi all'interno dello stesso ufficio da una scrivania ad un altra, può
solo contribuire a mascherare conflitti latenti. Per contro, il linguaggio impiegato
nella
Rete è quasi sempre colloquiale e spesso ricorre a rappresentazioni
simboliche (come con gli Sms) contribuendo a rendere più efficace la comunicazione.
3)
Il
Garante per la privacy è di recente intervenuto, affermando che
"la conoscibilità degli indirizzi di posta elettronica non consente
di per sè l'invio generalizzato di e-mail, di qualunque contenuto siano
i messaggi". In
altre parole, prima di inviare e-mail con contenuto diverso da quello per cui
un navigatore ha lasciato il proprio indirizzo di posta occorre averne l'esplicito
consenso. Il
72,6% dei navigatori italiani utilizza la posta elettronica. Nella tavola sottostante,
una stima della ripartizione Vedi
anche "normativa
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