Le
aziende, tra mobilità degli addetti e mobilità dei
clienti
Intervento di Mario Massone
Wireless4Business Forum – Milano 25 giugno 2008
Mobile Workspace: ridisegnare processi e organizzazione attorno
ai nuovi Mobile Worker
Per agevolare la presentazione potrei raccontare quando agli inizi
degli anni ‘80 mi occupavo di “nuove tecniche di informazione
da e per la forza vendita”, in sostanza si trattava dell’impiego
di terminali portatili (tipo MSI , Infonet, Texas), strumenti ancora
non familiari per i venditori, ma che lo sarebbero poi diventati
come era diventato familiare per l’ingegnere il calcolatore
scientifico al posto del regolo. Ma allora pensate che dovevamo
superare le perplessità di chi per anni aveva lavorato con
copia commissione cartacei e spesso senza impiego di codici.
Potrei raccontare come a partire dalla fine degli anni ‘90
noi in Markab ci siamo inventati un servizio denominato "Pec
Meter!, servizio di benchmarking on line su qualità e prestazioni
della connessione dati via rete mobile, utilizzato per verificare
il bit rate delle nuove reti Gsm, Gprs, Umts e Wi-Fi.
Ma ora vorrei parlare di Mobile Workspace, nella
accezione di Contact Workspace (spazio di lavoro
definito da attività che prevedono un contatto strutturato).
Si tratta dell'evoluzione dell'ambiente di front-office di una azienda
verso gli strumenti di collaboration, gia' presenti in ambiente
aziendale declinati come strumenti di produttivita' personale.
Perché ciò che fa cambiare le organizzazioni sono
gli ambienti in cui esse operano: i mercati e le società.
Bisogna quindi concentrarsi sui cambiamenti dei clienti, dei cittadini,
dei consumatori, degli utenti interni, dei collaboratori.
Il focus va posto su di essi. Perché tutti i processi attivati
sulla relazione con i clienti producano riscontri e valutazioni
qualitative e quantitative consolidate (KPI e benchmarking di settore).
Non va dimenticato che tutti gli attori della filiera sono anche
clienti.
E poi ci sono i mobile worker? E sono molti più di quanto
si pensi, in quanto lo spazio fisico e temporale del lavoro diventerà
sempre meno definito, mentre i bisogni del singolo sono crescenti.
Si afferma che i clienti sono sempre più esigenti. I clienti
tendono ad impiegare maggiormente soluzioni di self-service e le
aziende preparano per loro soluzioni di self-caring via via più
efficaci.
I clienti sono quindi più proattivi. E nelle comunità
attuali l’esperienza di ciascuno diventa l’esperienza
di tutti.
Anche se il concetto di marketing virale è più difficile
da far entrare in un Centro Media e nella pianificazione dei mezzi
di comunicazione dei big spender.
Importante è capire quali sono le velocità
di cambiamento dei clienti nella fase di collaborazione
(ad esempio si può osservare la varietà dei canali
di contatto che i clienti impiegano) e quanto è il
valore del mercato addizionale (la quota di mercato per
cliente) che può essere generata.
In genere per i clienti interni il riscontro si ha dalle indagini
di clima e di motivazione.
Per i clienti esterni dalle CSI Customer Satisfaction
Ma tutto ciò non basta: va sempre controllato il divario
tra quanto si offre e quali sono le attese percepite.
Non basta chiedersi quanto il cliente abbia assimilato delle nostre
strategie commerciali, prima ancora va rilevato quanto l’azienda
abbia favorito la realizzazione di condizioni di reale collaborazione.
Si dice che le aziende stanno diventando estese e collaborative.
Ma perché queste aziende dovrebbe risultano vincenti nella
sfida competitiva?
Essenzialmente perché hanno abituato i loro uomini a comunicare
e a decidere con modelli spesso generati da loro stessi. Con il
coraggio dell’innovazione prodotta da nuovi innesti negli
organici e con le fusioni, le partnership e l’internazionalizzazione.
Più si è aperti e più si crea una comunicazione
ricca di valore di marketing.
La dimensione non è di per sé condizionante, ma è
rilevante la rete o la comunità a cui si appartiene.
Le aziende si trovano ad operare tra la mobilità degli addetti
e la mobilità dei clienti.
Con il ricorso massiccio all’esternalizzazione dei processi,
soprattutto nell’area dei servizi si crea il concetto dell’azienda
estesa; moderno sistema di interpretazione del distretto prima e
della filiera poi.
Se si analizzano i modelli di business e la mobilità è
possibile avere questa classificazione:
· B2Entreprize (quando sono coinvolti i dipendenti addetti)
· B2Business (partner e fornitori)
· B2Consumer (clienti finali)
· M2M (device)
In questi ambiti non mancano le scelte tecnologiche, di connettività,
di terminali, di soluzioni. In alcune situazioni Mobile Office e
SFA WorkForce Automation hanno raggiunto buoni livelli di maturità/affidabilità
e le applicazioni risultano diffuse, specie in certi settori di
attività. Nell'ambito del Contact Workspace molto si sta
iniziando a fare in termini di gestione delle comunicazioni audio
e video.
Ma se si analizzano gli interlocutori e le loro esigenze si riscontra
ancora che:
· il Top Management vuole il cambiamento per ottenere efficienza
dei processi
· il responsabile IT vuole pochi impatti sui suoi sistemi
· l'ufficio acquisti vuole risparmiare
· i responsabili commerciali vogliono sfruttare nuove soluzioni
per vendere di più.
Per superare queste situazioni bisogna che sia chiaro ciò
che si vuole veramente realizzare e da dove le innovazioni devono
partire; ovvero quale sia l’area aziendale privilegiata.
In genere si tratta di quella che ha più maturato il cambio
culturale di orientamento al cliente.
Le aziende dovrebbero focalizzarsi sulla comunicazione, abilitandone
i processi che coinvolgono l’interazione con i propri clienti.
Si pensi alla comunicazione unificata come ad un modo di estendere
con facilità, e opportunamente, il contatto tra i clienti
e gli specialisti, attraverso una struttura di routing, reporting,
accodamento, workflow, workforce management, turnistica (scheduling),
monitoring, training e coaching che ha già portato questo
valore presso i front-office (sportelli, reti commerciali, contact
center). Si tratta di estendere metodologie di lavoro presenti nei
front-end, ad altre parti dell’azienda.
Quando abbiamo analizzato sul nostro campione di aziende quale sia
il processo che può essere esteso più velocemente
e con efficacia al resto dell’organizzazione per migliorare
l’esperienza complessiva dei clienti è risultato che
è la "Responsabilità nel garantire la chiusura
di una situazione aperta con il cliente" è la funzionalità
più segnalata nelle nostre indagini. Ovvero la possibilità
di coinvolgere esperti di specifiche tematiche, con decisioni che
vengono prese in movimento nel Contact Workspace. Questo rappresenta
il momento della verità e le soluzioni della comunicazione
mobile e personale sono quelle più efficaci.
Dalla nostra analisi è risultato che tra i possibili
effetti derivanti dalla estensione della relazione con il cliente
nello spazio dell’organizzazione collaborativa viene considerato
decisamente più rilevante il "Maggior servizio al cliente
con risposte giuste o risoluzione al primo contatto".
Tra le considerazioni più significative raccolte per settori,
rileviamole seguenti.
1°caso) - "Il futuro prossimo è rappresentato dalla
stretta interrelazione tra le diverse modalità di comunicazione
col cliente per una relazione continua e puntuale che non lasci
mai solo il cliente".
2° caso) - "Allo stato attuale, l'utilizzo delle opportune
tecnologie multicanali e multimodali può senz'altro abilitare
processi relazionali one-to-one tra cliente e aziende, ma non solo;
si pensi anche alle comunicazioni "tra" clienti resi possibile
dalle web community (ottica Web 2.0, calata nel contesto B2C). Il
punto critico è comunque quello della cultura organizzativa
e delle competenze disponibili in azienda, affinchè sia possibile
garantire e gestire la maggior trasparenza che questi nuovi paradigmi
relazionali comportano".
3° caso) "Ampliare le competenze del personale, rendendolo
maggiormente responsabile e conseguentemente migliorando l'erogazione
e la percezione del servizio".
Emergono quindi strutture che premiano le attività svolte
in base agli obiettivi raggiunti, non accontentandosi di rilevare
le presenze fisiche degli addetti.
Vi sono e vi saranno più professionalità e
più merito nelle organizzazioni collaborative. Inoltre questa
tendenza contribuirà a far crescere il capitale “organizzativo”,
ovvero la capacità di modificare gli assetti organizzativi
di una azienda in modo da sfruttare le nuove tecnologie di comunicazione.
Ecco perché le organizzazioni collaborative sono e saranno
vincenti.
Schema
elaborato da fonte: Mariano Corso, School of Management Politecnico
di Milano
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