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Riconosciamo
le esperienze HR acquisite
La
recente partecipazione ad iniziative sul
Lavoro Agile ha permesso l’approfondimento ed
il confronto su alcuni temi dell’organizzazione del lavoro.
La flessibilità dell’orario di lavoro
è una componente importante dello smart working, anche se
a volte non può essere collegata ad una scelta autonoma del
luogo e dello spazio di lavoro. Pensiamo, ad esempio, al settore
retail, dove è evidente la necessità della
presenza fisica nel punto di vendita.
Eppure, la spinta dello smart working in queste
realtà consente di mettere in pratica nuovi modelli di flessibilità
per garantire maggiore autonomia nella gestione dei turni e puntare
a migliorare il bilanciamento tra lavoro e vita privata. Le prime
esperienze mostrano come questi progetti hanno successo solo se
si definiscono e si condividono regole di priorità e se i
lavoratori possono decidere di partecipare autonomamente e possono
scegliere i turni di lavoro.
La certezza del presidio commerciale su un determinato arco temporale
(che nel settore della distribuzione italiano tende sempre più
ad ampliarsi e a variare) assume un ruolo significativo dell’offerta
aziendale. Tanto quanto la disponibilità di personale gratificato
dalla possibilità di partecipare alla scelta - e alla modifica
- dei turni.
E’
bello assistere oggi a dibattiti da parte dei responsabili di risorse
umane e pensare a quanto poca attenzione veniva data ad analoghe
tematiche affrontate circa venti anni fa da call
center e servizio clienti.
Pensiamo a quanti problemi avevano creato i nuovi dipartimenti
di call center e servizio clienti interni alle aziende con l’introduzione
di turni e gestione del personale; scelte condizionate dalle esigenze
di consumatori e clienti che spesso richiedevano servizi con modalità
h24 e 7/7.
Questo
nuovo genere di organizzazioni mettevano a dura prova le attività
di HR, anche per le innovazioni prodotte su controlli, remunerazioni,
incentivazioni, aggiornamento e formazione dei dipendenti.
Di fronte a tali situazioni, troppo spesso con logiche di breve
termine orientate all’abbattimento dei costi, venne deciso
di esternalizzare (in parte o totalmente) presso fornitori esterni
le attività di call center e di servizio clienti.
Di conseguenza, la funzione HR perse gli stimoli per cogliere una
significativa opportunità di crescita.
Nella
situazione attuale, le aziende di outsourcing -
che a loro volta soffrono la contrazione dei margini e spesso vedono
compromesso il loro sviluppo - non solo si ritrovano a gestire il
patrimonio dei clienti dell’azienda committenti, ma dispongono
anche di una notevole esperienza nella gestione del personale,
in particolare per ciò che riguarda la flessibilità
dell’orario. Infatti, strumenti evoluti di Work Force Management
sono stati introdotti e usati ormai da tempo in questo settore e
hanno consentito forme di impiego condiviso in organizzazioni molto
varie, per dimensioni, localizzazioni e settori di mercato interessati.
In molte situazioni si è andati oltre la turnistica, con
sviluppi nella gestione del personale e delle prestazioni commerciali.
E’ opportuno da parte di tutti, in particolare dai
committenti, un riconoscimento alle società di outsourcing
e alle persone che in molti anni si sono create questa expertise
e, con ciò, contribuire a restituire una immagine professionale
positiva a questo comparto.
PS:
- 1)
Per contestualizzare la situazione si ricorda che la “Digital
Transformation” sta investendo tutti i settori, anche quelli
lontani dal mondo della tecnologia, costringendo a ripensare ai
modelli di business e ai processi aziendali. In questo scenario
la Direzione HR delle aziende è chiamata a trasformarsi
usando nuovi strumenti digitali e nuove competenze per ripensare
il proprio modo di operare…leggere
- 2)
Consigliamo la lettura del libro "HRevolution. HR nell’epoca
della social e digital transformation" di Alessandro Donadio,
Franco Angeli editore…leggere
giugno 2017 |