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Perché
molti responsabili dei contact center guardano con il paraocchi?
Why
does ‘Tunnel Vision exist amongst clever Contact Center people?
Colin Taylor - Taylor Reach Consulting
Sono
molte le cause che creano situazioni di 'tunnel vision'. Nel seguito
se ne evidenziano tre.
1) Mancanza di tempo.
Il vecchio detto che "le riunioni sono una piacevole alternativa
al lavoro" suona vero in molte organizzazioni ed i contact
center non sono esenti. Giorni pieni di incontri, limiti all’interazione
con rapporti diretti, meno tempo dedicato a leggere notizie, white
paper e articoli vari su tecnologie ecc.., é anche ridotto
il tempo per parlare con colleghi del settore, per partecipare a
conferenze o seminari.
Tutto questo offre poche opzioni al responsabile, ma, continuare
a fare riferimento alla situazione operativa resta l'unico ambiente
in cui il gestore si trova a suo agio ed è ben informato.
2) Obiettivi contrastanti.
Spesso al contact center si chiedono molti obiettivi contemporaneamente:
migliorare la soddisfazione dei clienti e ridurre i costi o aumentare
la risoluzione alla prima chiamata, ma non spendere nulla per la
formazione supplementare. Questi esempi di obiettivi in conflitto
sono eventi frequenti nei contact center di oggi.
E inoltre, dichiarare che la missione è quella di concentrarsi
sulla "fornitura di un servizio clienti di classe superiore",
ma il contact center non riceve alcun budget per poter far questo!
3) Obiettivi non ben definiti.
I contact center sono spesso gravati dell’ ampio mandato di
"fornire un’assistenza clienti eccellente", ma i
benchmark e gli standard non sono definiti per consentire al contact
center di sapere come sarà misurato!
Chi si occupa della gestione di contact center cerca di ripristinare
ciò che conosce e ciò che si può quantificare,
senza ambiguità.
Inoltre i manager tendono a concentrarsi sul breve termine visto
che non c'è una chiara visione a lungo termine. Ciò
che hanno fatto prima corrisponde a quanto stanno facendo ora.
Questo approccio non stimola a guardare in avanti o ad agire in
modo
proattivo. Al contrario, questo approccio garantisce che la gestione
si concentri sul passato. Il risultato finale può essere
quello di avere responsabili dei contact center che sembrano brillanti,
ma poi prendono decisioni scontate.
luglio 2011
Quali sono i vostri commenti a questo intervento?
Inviateceli a: info@club-cmmc.it
Commento ricevuto da Giuseppe Pampanini, Telecom Italia
1). Questo tema è comune a un gran numero di organizzazioni
coinvolte nella produzione di beni e servizi in tempi sempre
più “near real time” e in cui c’è
sempre meno spazi per funzioni di supporto che, invece, nel
passato assicuravano la realizzazione di attività collaterali
per il funzionamento della macchina operativa.
Forse è venuto il momento di riconsiderare le funzioni
di supporto, come un “male necessario”, con un corretto/adeguato
“sizing”, per liberare tempo alla macchina produttiva
e migliorarla.
2) Questo è un elemento frequentemente presente nelle
organizzazioni produttive, e non solo, per contemperare le diverse
esigenze presenti sia all’ interno che all’ esterno
delle stesse, ovvero per rendere compatibili, nel limite del
possibile, i differenti portatori di interessi.
E’ da distinguere i tre casi di contact center:
- presenti all’ interno dell’ organizzazione che
lavorano per una sola funzione aziendale,
- presenti all’ interno dell’ organizzazione che
lavorano per diverse funzioni aziendali
- che lavorano invece come outsourcers.
La tendenza attuale è comunque di ricondurre la negoziazione
dei tasks a un modello di outsourcer anche per i contact center
interni.
3) La non completa definizione degli obiettivi è un “leit-motiv”
degli ultimi anni di incertezza sul futuro e di innalzamento
della pressione competitiva, tanto da portare sempre di più
la visione del management a orizzonti temporali ravvicinati.
In questo contesto è sempre più difficile impostare
azioni completamente adeguate a sostegno degli obiettivi.
In questo clima di incertezza, dove non c’è spazio
per “minimi garantiti”, nessun manager si sente
incoraggiato ad attuare tutte le azioni che sarebbero necessarie
per offrire servizi di eccellenza, quando richiesti, ma tende
ad adottarne alcuni e in modo avere sempre a portata di mano
una” best way out”, per ridurre il rischio di non
rientrare nel budget dei costi assegnati.
Il risultato di questo “combinato” di elementi fa
sì che si percepiscano non ben definiti gli obiettivi,
mentre in realtà è il deployment ad essere perseguito
in maniera ambigua con risultati talvolta incoerenti e replicando
decisioni già viste. |
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