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Nuovi
modelli per i "Competence" Center
Dal traffico telefonico ai servizi,
come trattare quantità a valore aggiunto.
Negli
ultimi anni i volumi ed i valori di Customer Care e Teleselling
sono molto cresciuti, in particolare quelli assegnati agli Outsourcer
Sono perciò aumentate le esigenze di controllo da parte dei
Committenti; ma anche la necessità di esplorare nuove forme
di partnership che permettano di affidare all'esterno processi più
integrati, più complessi e più specialistici, che
richiedono interventi sulle tecnologie, sulle risorse umane e sulla
loro organizzazione.
Tutto ciò nel rispetto delle norme vigenti – soprattutto
i contratti di lavoro e la norme sulla privacy - mantenendo un adeguato
livello di qualità dei servizi resi ai clienti finali.
Il
lavoro
Le recenti disposizioni relative ai contratti
di lavoro tendono a differenziare le diverse attività
o processi che vengono svolte da un call center e ad individuare
le competenze ed i ruoli da affidare agli operatori di front-line.
Si distingue tra servizi di in-bound e di out-bound: considerando
che “nelle attività in bound l'operatore non gestisce,
come nel caso dell'out bound, la propria attività, né
può in alcun modo pianificarla giacché la stessa consiste
prevalentemente nel rispondere alle chiamate dell'utenza, limitandosi
a mettere a disposizione del datore di lavoro le proprie energie
psicofisiche per un dato periodo di tempo” (Circolare
n. 17/2006 del Ministero del Lavoro).
Dalla lettura della suddetta Circolare si evince che l’in-bound
può essere generalmente riconducibile ad attività
subordinate, quindi per gli addetti a cui é stata affidata
tale attività non si potrà più applicare il
contratto a progetto.
E' perciò prevedibile che la
regolarizzazione di queste attività comporterà (a
breve) un incremento di costi non indifferente per i servizi di
Customer Care.
Diventa quindi improcrastinabile la
messa a punto di nuovi modelli di attività, visto che i Committenti
sembrano restii a caricarsi di costi superiori e gli outsourcer
già lamentano da tempo la contrazione dei margini.
L'automazione
Come si è detto il volume delle informazioni da fornire ai
clienti finali e delle modalità con cui esse devono essere
fruite dai clienti stessi è in costante aumento e, per mantenere
adeguata la qualità del servizio fornito, si è sino
ad ora agito soprattutto sull’incremento del numero di persone
necessarie ad erogarlo.
Sempre più spesso entriamo in contatto con sistemi computerizzati
(biglietterie, totem per prenotazioni, siti web) non solo per consultare,
ma anche per interagire (acquistare, prenotare, disporre...), incrementando
le occasioni e le fattispecie in cui si può rendere necessaria
assistenza.
Ma se vi è una scarsa propensione degli utenti ad interagire
con sistemi automatici, tale atteggiamento tende a cambiare quando
la tecnologia serve a facilitare l’accesso alle persone. Ad
esempio si richiedono menù automatizzati facili da usare,
oppure si esige un accesso facile alle persone del CS navigando
su web.
I consumatori preferiscono le tecnologie che facilitano o semplificano
il collegamento ad un essere umano, piuttosto quelle che tendono
semplicemente a sostituire le persone.
Inoltre i clienti finali apprezzano le soluzioni automatizzate in
tutti i casi in cui attraverso di esse è possibile arrivare
alla soluzione delle loro esigenze senza dovere subire pesanti trafile
burocratiche.
Queste considerazioni richiedono un
focus di miglioramento del front-office, in modo che ciascun canale,
servizio, o segmento di clientela possa utilizzare la migliore combinazione
tra risorse umane e tecnologie disponibili.
Gli
interventi
1) Intanto può essere migliorato il cosourcing.
In tal caso il Committente ha esternalizzato servizi ritenuti non
“core” pur mantenendo centralizzato il controllo dei
processi e delle attività.
Il Committente governa la gestione centralizzata delle chiamate
inbound e distribuzione agli operatori, la gestione dei picchi e
degli overflow e la gestione delle campagne outbound. L'Outsourcer
pone particolare attenzione alla integrazione con il software applicativo
del Committente e si cerca di contenere i costi di gestione e i
tempi e costi di realizzazione di nuove applicazioni per migliorare
il time-to-market dei servizi.
2) Inoltre in alcuni mercati è ancora possibile intervenire
su una migliore ripartizione delle tipologie dei contatti.
In breve, le transazioni che sono caratterizzate da un
elevato volume debbono essere gestite in modalità self-service,
mentre le transazioni che hanno un alto valore aggiunto debbono
essere affidate a personale professionalmente preparato.
3) La necessità di intervenire sugli aspetti giuslavoristici
costringe ad una più attenta ridefinizione dei processi delle
attività, che spesso si sono sviluppate senza un
particolare criterio, se non quello di seguire le opportunità
del mercato.
4) Sempre nel breve termine, é possibile
delocalizzare all'estero le attività di Contact
Center, in Romania, in Argentina, ecc... Ma questo modello deve
essere integrato da scelte di internazionalizzazione non sempre
facili da realizzare per gli imprenditori del settore.
5)
Per chi ha già preso in carico processi
collegati al front-office, ma che richiedono diverse competenze
- si pensi alla fatturazione, alla gestione del credito, alla logistica
- é giunto il momento di diversificare verso il BPO
(Business Processing Outsourcing)
in modo più evidente per consolidare questa specializzazione.
Gli
scenari
A medio termine l’opera di reingegnerizzazione
del front-office non basta. Occorre creare nuovi modelli essenziamente
basati su alcune possibili linee di sviluppo, che nel seguito abbiamo
brevemente individuato.
-
Semplificare l’accessibilità.
Con l’impiego dei sistemi decisionali esperti è già
ora possibile simulare il comportamento umano e mettere l’utente
a proprio agio. L’aspetto degli assistenti virtuali, la
loro animazione e la proprietà di dialogo saranno utili
a semplificare gli accessi ai contact center. Anche la comunicazione
video via web potrà avere più fortuna. Serve una
convinta scelta di applicazione da parte dei maggiori protagonisti
del mercato accompagnata da intelligenti campagne pubblicitarie
sui nuovi servizi.
-
Personalizzare l'accesso.
I telefonini, come dispositivi personali sempre più diffusi,
garantiranno connettività ubiqua per fare in modo che gli
utenti possano accedere ad ogni tipo di informazione. Ma i servizi
di ricerca di informazioni saranno personalizzati in modo che
i contenuti proposti siano basati su dati precisi dell’utilizzatore:
profilo, posizione, orari, abitudini. Questo tipo di intervento
sul terminale di accesso sarà determinante per cambiare
le modalità di interazione con i contact center.
-
Rendere il Contact Center un media.
Come i contatti tramite contact center possono diventare
parte di processi di comunicazione di marketing e in tal modo
essere considerati investimento pubblicitario? Ad esempio nel
realizzare la convergenza su Internet gli operatori di telecomunicazioni
mobili stanno ora sperimentando nuove soluzioni di personalizzazione,
ma anche di raccomandazione all’acquisto. In tal caso i
servizi di contact center saranno molto diversi - di approfondimento
e consulenza - e avranno nuove modalità di valorizzazione,
in quanto questi "competence" center saranno inseriti
nella filiera con specifici compiti e con loro clienti (come fossero
operatori tlc virtuali).
L’opera
di reingegnerizzazione fino ad ora eseguita sul front-office non
é sufficiente. Occorre creare nuovi modelli
per i servizi di contact center, modelli molto diversi e con nuove
modalità di valorizzazione che tendano a differenziare il
livello di servizio a seconda di quanto il committente o il cliente
siano disposti a pagare.
Da queste poche note risulta evidente che in questa evoluzione é
implicato il modello di business degli
operatori di comunicazione: dall’attuale basato sul traffico
telefonico a quello relativo al pagamento di servizi basati su contenuti.
Sarà Telecom Italia a guidare questo cambiamento, oppure,
come è già accaduto, la sua dimensione la costringerà
su altre priorità?
Markab - agosto 2006
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