Schizofrenia
industriale
Quando
mi fermo a riflettere sul mondo dei servizi di Customer Care, che
ormai vivo da tanti anni, ho spesso la sensazione di trovarmi di
fronte ad un fenomeno di schizofrenia industriale
Sembra che il mondo dei produttori di hardware e software per ICT
vivano su un pianeta diverso da quello delle società che
lavorano come fornitori o come committenti nel campo del Customer
Care, che viene realizzato utilizzando massicciamente i sistemi
ICT.
Mi
viene il ragionevole dubbio che i due settori non si parlino o non
si capiscano.
Se si va ad un convegno dove si parla di ICT ci si trova di fronte
ad una panoramica di prodotti avanzati: Web Call Back, Customer
Interaction Management, Knowledge Management. Vengono enfatizzate
tutte le tecniche per soddisfare le esigenze dei clienti in tempi
ridotti ed in linea con le aspettative.
Se
si va ad un convegno di gestori ed utilizzatori di sistemi di Customer
Care sembra che tutto già funzioni perfettamente utilizzando
tecniche e metodi ormai vecchi di anni. Si parla di tempi di risposta
medi dell’ordine di grandezza di 3 o 4 squilli,di percentuali
“bulgare”di problemi risolti per ogni call.
Se
poi si parla con i cittadini utenti, con le Organizzazioni di difesa
del consumatore o si tenta qualche test personale, ci si accorge
che i tempi di risposta, quando c’è risposta, sono
biblici, la competenza e la disponibilità dell’operatore
sono inaccettabili, le promesse di richiamare sono affidabili come
quelle dei marinai.
Uno
studio condotto dai consulenti aziendali Bain & Company riporta
che su un totale di 362 aziende esaminate, l’80 % dichiara
di offrire un eccellente servizio clienti, ma quando è stato
chiesto ai consumatori di dare la stessa valutazione, la percentuale
è crollata all’8 %.
Viene
un dubbio: i responsabili del marketing e delle vendite delle società
commerciali o degli enti che offrono mediocri se non cattivi servizi
di Customer Care, sono coscienti del problema?
Hanno
mai sentito parlare del “power shift” , cioè
del progressivo trasferimento di potere nelle mani dei consumatori
che, potendo facilmente avere, tramite WEB e telefonia mobile, facili
e veloci contatti con un grande numero di persone, possono influenzare
positivamente o negativamente il mercato in modo fino a qualche
anno fa impensabile?
Hanno mai avuto l’incubo che l’onda creata dal tam tam
dei consumatori insoddisfatti possa travolgere i loro prodotti e
le loro aziende?
Per
avere un’idea della diffusione dei nuovi sistemi nelle famiglie
italiane basta leggere il rapporto sull’ “ e-family”,
che viene annualmente prodotto dalla Federcomin, e scoprire così
che oltre il 50% delle famiglie possiede un computer ed entra nel
WEB, senza sostanziali differenze fra regioni Italiane.
Da
tempo tutte le fonti di informazione insistono sulla necessità
che l’industria italiana investa massicciamente in ricerca
ed innovazione. Questo non deve far pensare che sia necessario solo
trovare nuovi prodotti o tecniche per produrli. Ormai in Italia
l’industria più importante è quella dei servizi,
quindi per innovare si devono studiare e realizzare nuovi processi
aziendali e, tra questi sono fondamentali, i processi che riguardono
i rapporti fra fornitori di servizi e consumatori.
Come
dicevo prima, di prodotti ICT per trasformare e migliorare il colloquio
fra fornitore e consumatore ve ne sono in grande quantità,
ma sono veramente pochi quelli che stanno investendo nell’innovazione.
C’è
anche un altro aspetto del mondo dei Contact Center su cui è
bene fare una riflessione.
Questo mondo è nato e si è sviluppato con una dinamica
di crescita impressionante, senza che vi fossero studi, piani, norme.
Così in breve tempo ci si è trovati in un mondo di
servizi che procedeva al di fuori , o per lo meno ai margini, sia
delle norme che regolano i rapporti di lavoro che di quelle relative
alla privacy.
Gradatamente
la situazione si è andata stabilizzando ed oggi tante cose
che si potevano fare senza limitazioni ed a costi molto bassi, non
si possono fare più. Di nuovo c’è l’esigenza
di investire in ricerca ed innovazione e studiare come sviluppare
nuovi processi di comunicazione fra produttori consumatori e come
creare nuove professionalità di addetti a questi nuovi processi.
Sicuramente
non è questa la sede per fare una disanima su cosa e come
farlo. Dico solo che mi sembra prevedibile che nel giro di poco
tempo avremo un sistema di colloquio fra fornitori di prodotti e
servizi e consumatori estremamente più articolato ed efficiente.
Vedremo una integrazione dei canali di comunicazione.
Gli
operatori dei Customer Care Center non saranno più giovani
studenti temporanei sottopagati che ripetono frasi precompilate
per convincere frettolosamente qualcuno strappato alla sua sudata
cena familiare a comprare un qualcosa che non gli serve, ma avremo
professionisti del supporto tecnico o della vendita a distanza,
preparati ed aggiornati con corsi di comunicazione e di tecnica
commerciale, che offriranno a persone, che lo hanno richiesto, il
servizio di supporto per capire quale sia il prodotto od il servizio
più idoneo a risolvere l’esigenza che hanno.
A
chi ritiene che questo sia un sogno utopico, do appuntamento fra
ventiquattro mesi per esaminare insieme il nuovo mondo dei servizi
on line. Scopriremo allora insieme che esistono compagnie di grande
successo, che forse oggi non esistono o sono marginali, che avranno
raggiunto una dimensione ed una visibilità inaspettate. Dobbiamo
per forza scoprire in ritardo che esiste uno spazio di vita e di
successo per una “ Second Life”?
La
via per gli imprenditori illuminati e coraggiosi è sempre
aperta e lastricata di nuove idee ed opportunità. Bisogna
solo saperla percorrere.
Gian Carlo Gerosa
Roma,
luglio 2007
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