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Lavori atipici Il
4 febbraio del 1999 è stata approvata dal Senato della Repubblica la proposta
di legge n.2049 relativa alle "Norme di tutela dei lavori atipici" (presentato
da Carlo Smuraglia) . Il testo è passato alla Camera con il n.5651 e assegnato
alla Commissione Lavoro pubblico e privato. Secondo
alcune interpretazioni, questa normativa, opportunamente adattata, potrebbe essere
di riferimento anche per le attività effettuate nei Call Center. Ma quali
saranno i tempi di approvazione? Nel
dibattito sui lavori atipici si è di recente espressa Confindustria
attraverso il Presidente Fossa. Nel seguito riportiamo il passo del
discorso tenuto nel corso della Assemblea del 27 maggio 1999.
Assemblea Confindustria: Relazione Presidente Fossa
"
..... Per creare lavoro occorre anche innovare il mercato del lavoro. Dobbiamo
renderci conto che i tempi sono cambiati. Lo dimostra il fatto che i
circa 150.000 nuovi occupati creati in Italia nel 1998 sono nati da contratti
anch'essi "nuovi", siano a termine, interinali o part-time. Un'anomalia? Nient'affatto:
l'evoluzione dell'economia e del mercato renderà "tipici" quei contratti che oggi
- nel nostro Paese - ancora si chiamano "atipici". Perché danno flessibilità,
rapidità d'ingresso e non problematicità d'uscita; e portano sul mercato una domanda
che altrimenti non si esprimerebbe. Attenzione, quindi, a non ingabbiarli come
invece si continua a tentare: vorrebbe dire snaturarli e condannarli ad un precoce
declino. Tuttavia, come dimostrano le esperienze dei Paesi a maggior crescita
dell'economia e dell'occupazione, il mercato richiede e consente un giusto
mix di formule contrattuali. Allora, il punto è questo: se vogliamo
rivitalizzare i contratti tradizionali, non abbiamo altra scelta che introdurvi
elementi innovativi, in modo che i vincoli attuali siano alleggeriti.
In questo modo, le imprese possono contare su quella maggiore flessibilità
che è indispensabile per migliorare la loro competitività e i lavoratori possono
vedere moltiplicate le opportunità offerte dal mercato. Ma occorre anche
che aumenti il valore di mercato dei lavoratori. Questo è un compito che spetta
a tutti: istituzioni, sistema formativo, parti sociali, perché solo lavoratori
più istruiti e più professionalizzati sono in grado di far valere le loro potenzialità.
Non è più all'impiego che dobbiamo puntare, ma all'impiegabilità....."
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