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Come l'estero vede l'Italia dei Call Center
Le valutazioni contenute nell'ultimo Rapporto Datamonitor 2000

Dall'ultimo rapporto che abbiamo in nostro possesso abbiamo estratto e tradotto alcune parti riferite all'Italia.
Riportiamo considerazione e dati - che si commentano da soli - sia sulle valutazioni di mercato e (ancor di più) sulle analisi economiche e sociali, ma semplicemente ricordiamo che, se proprio questi tipi di analisi debbono servire a qualcosa, esse ci ricordano le differenze tra i vari Paesi della UE.

Intanto gli analisti inglesi valutano il mercato italiano attraverso i seguenti dati: 34.500 postazioni operatore o agent nel 2000 e 53.000 postazioni nel 2002, con una crescita CAGR del 24% (vedere la tavola seguente e ricordare che il Club valuta il parco italiano a fine 2000 pari a 44.000 postazioni).
Sempre secondo Datamonitor, i settori finanziario e telecomunicazioni sono i principali e pesano ciascuno per il 20% circa nel 2000.
Italian Agent Positions
L'executive report riassume alcuni aspetti generici, ma che secondo gli analisi qualificano il nostro mercato, tra cui la deregolamentazione nei comparti delle telecomunicazioni e delle public utilities, l'alto tasso di diffusione di telefonini, ma anche il basso uso del commercio elettronico.
Si aspettano crescita e potenzialità più di quanto il numero dei PO possa suggerire, ciò soprattutto perché si supererà la curva di sviluppo seguita dai mercati più maturi (Uk) per sposare soluzioni già di tipo cti e web-enable.
Esistono tutti gli ingredienti per prevedere un buon business per i fornitori: tra cui, il numero elevato della popolazione, i minori costi delle telecomunicazioni ed il relativo maggior impiego del telefono.

Tuttavia vi sono anche alcuni aspetti vincolanti nel medio termine. Intanto la frammentazione delle dimensioni aziendali e la mancanza di telecultura: il clima favorevole e l'apertura sino ad ore serali del commercio contribuiscono a rallentare la diffusione del telebusiness.

Sempre secondo Datamonitor, le società di consulenza, i system integrator e le società di outsourcing hanno ottime prospettive future in Italia.
La mancanza di esperienze in Italia offre una buona possibilità di affari per i fornitori esteri nel quinquennio 2000-2005, che, però, dovranno stringere partnership con le società di IT e di servizi italiane.
Sebbene il Mezzogiorno abbia un alto tasso di disoccupazione e un basso costo del lavoro, Datamonitor non è convinta che esso possa attrarre molti call center.
Fare business nel Sud non è così facile e la popolazione italiana è concentrata soprattutto nel Nord. Gli incentivi del governo per far dirottare business dal nord al nel sud nel passato non sono stati efficaci, e le fabbriche sono state costruire, ma non usate. Queste cattedrali nel deserto sono un segno che l'economia italiana intende restare basata nel nord.
Le aree principali che si prevede saranno interessate dai call center sono: Piemonte e Lombardia (in quanto in queste aree vi è una buona conoscenza delle lingue francese e tedesco) Roma e dintorni (per la concentrazione della popolazione) e la provincia di Napoli (per gli investimenti governativi e per il tasso di disoccupazione).