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Outsourcing
Contact Center, oggi
Si
ringrazia per i contributi che danno
vita ad un panel interessante e ricco di spunti per
il confronto.
-marzo
-aprile 2009
|
Nel
seguito in ordine dal più recente in poi:
- PhonEtica
- Gruppo Comdata
- Wave Technologies
- Abramo
- Transcom
- Contacta
- AlmavivA Contact
- Eurocall |
Premessa.
Con la crisi attuale - la cui intensità e durata sono
difficili da valutare - il ricorso delle aziende all’outsourcing
dovrebbe tendere ad aumentare, nel tentativo di far fronte ai
problemi finanziari e concorrenziali. Per gli outsourcer di
servizi di contact center si tratta di opportunità aggiuntive,
anche se non sempre a buon reddito. |
Marco
Durante
Amministratore
Delegato
PhonEtica
1)
Secondo lei, come incideranno i nuovi contratti sugli esistenti
e di quelli in essere quanti saranno rinnovati o estesi o interrotti?
Non credo che i fornitori di servizi di Outsourcing
accetteranno di sottoscrivere contratti scarsamente redditizi,
poiché l’Outsourcing, se condotto a regola d’arte,
concorre a migliorare i processi delle aziende clienti, determinando
per esse notevoli risparmi.
Il punto è un altro: l’Outsourcing in Italia non
è ancora un mercato maturo. Ne consegue che non sempre
gli operatori hanno le competenze per agire con efficacia. C’è
però ragione di essere ottimisti: negli ultimi anni sono
stati fatti passi avanti. Non credo perciò che vi sarà
soluzione di continuità tra la filosofia alla base dei
vecchi contratti e quella che produrrà i nuovi.
2) Come i rapporti ed i contratti tra committente
e fornitore dei servizi di Contact Center vengono modificati
in relazione ai nuovi modelli di servizi tecnologici adottati
dal committente (es. SaaS, cloud computing)?
Fino ad ora non ci è capitato di modificare
contratti per motivi riconducibili a queste nuove architetture
di tecnologie, in quanto esse sono semplicemente facilitatori
dei servizi in Outsourcing. Penso invece che andrebbero meglio
definiti i livelli di responsabilità e di accessibilità
ai sistemi informativi dei clienti. Un tema peraltro già
d’attualità con i modelli di servizi tradizionali.
3) Quanto ripaga oggi la specializzazione dei servizi
di Contact Center in outsourcing per specifici settori di
mercato o per tipo di canale di contatto?
Oggi la specializzazione è fondamentale, soprattutto
nei settori merceologici che da tempo utilizzano l’Outsourcing.
È anche vero però che sempre più nuovi
settori si rivolgono all’Outsourcing di servizi. Perciò,
chi opera da anni sul mercato adotta ormai modelli di business
replicabili anche laddove manchi una competenza specifica.
4)
Cosa ne pensa della diversificazione di tipo BPO? Ha dato
buoni risultati e soprattutto margini interessanti?
Secondo noi, il BPO è la nuova frontiera dell’Outsourcing.
Le aziende che si sono specializzate in esso hanno un unico
obiettivo: migliorare l’efficienza e la qualità
di processi che, se normalmente svolti all’interno di
una qualsiasi organizzazione, sono difficilmente misurabili
e migliorabili, sia in termini di architettura dei processi
stessi che in termini di tecnologia che li supporta. È
proprio per questo che le realtà attrezzate a gestire
strumenti di BPO possono far ottenere alle aziende clienti
flessibilità, risparmio, know-how e, di conseguenza,
margini interessanti per gli operatori stessi del settore.
|
Paolo
Carminati
Direttore Comunicazione
Gruppo Comdata
1)
Secondo lei, come incideranno i nuovi contratti sugli esistenti
e di quelli in essere quanti saranno rinnovati o estesi o interrotti?
Dal nostro punto di vista, è necessario sensibilizzare
i nuovi clienti che si affacciano al mondo dell’outsourcing,
che sono spinti, in questo momento, principalmente dal bisogno
contingente di ridurre i costi fissi interni, affinché
comprendano che affidarsi a un partner di BPO è una scelta
strategica, e non una tattica per rimodulare le voci di costo:
è un’occasione preziosa per re-ingegnerizzare i
propri processi all’insegna di una maggiore efficienza
ed efficacia nel business, i cui benefici si capitalizzeranno
a lungo nel tempo.
2) Come i rapporti ed i contratti tra committente
e fornitore dei servizi di Contact Center vengono modificati
in relazione ai nuovi modelli di servizi tecnologici adottati
dal committente (es. SaaS, cloud computing)?
Comdata crede e investe molto nella tecnologia e
si distingue da sempre per le attività di ricerca e
sviluppo svolte presso le proprie strutture. La vocazione
all’innovazione tecnologica ha trovato di recente espressione
concreta nella Divisione Comdata ICT, che mette a fattor comune
le competenze delle aziende del gruppo operanti nell’ambito
dell’Information & Communication Technology. In
questo senso, Comdata opera con la massima flessibilità
tecnologica nei confronti del cliente ed è già
pronta ad proporsi secondo i nuovi modelli del SaaS o del
cloud computing.
3) Quanto ripaga oggi la specializzazione
dei servizi di Contact Center in outsourcing per specifici
settori di mercato o per tipo di canale di contatto?
Comdata sviluppa servizi ad hoc per ogni cliente,
tarati sulle esigenze peculiari collegate allo specifico settore
industriale. La specializzazione passa per un costante aggiornamento
professionale delle nostre risorse, che vengono coinvolte
in percorsi di formazione mirati sulla singola commessa e
sulle tecnologie specifiche impiegate da e per un determinato
cliente.
4) Cosa ne pensa della diversificazione di
tipo BPO? Ha dato buoni risultati e soprattutto margini interessanti?
Il Gruppo Comdata si propone al mercato in qualità
di Business Delivery Partner, cioè come partner industriale
specializzato nella gestione dei processi operativi di business,
capace di creare valore stabilendo collaborazioni strategiche
di lungo periodo con i propri clienti. La crescita che il
Gruppo ha conosciuto in questi anni ci conforta sulla qualità
del servizio che offriamo e sul valore del nostro modello,
che, attraverso l’integrazione di Consulenza Specialistica,
Tecnologie evolute e Strutture Operative di eccellenza, consente
alle imprese di ottenere un reale miglioramento del business
aziendale. |
Alessandro
MINETTI
Responsabile Contact Center
Wave Technologies
1)
Secondo lei, come incideranno i nuovi contratti sugli esistenti
e di quelli in essere quanti saranno rinnovati o estesi o interrotti?
Riscontriamo
sia nuove opportunità sia un incremento per le attività
già acquisite. Confido in nuovi contratti con margini
interessanti, soprattutto se si raggiungono gli obiettivi definiti
con i committenti.
I compensi base devono consentirci di coprire i costi –
considerando che il nostro personale è assunto con contratto
a tempo determinato – il valore aggiunto andiamo ad ottenerlo
di pari passo con il successo dell’operazione anche per
il nostro cliente. Proprio questa situazione del mercato potrebbe
consentirci di ottenere margini più interessanti.
2) Come i rapporti ed i contratti tra committente
e fornitore dei servizi di Contact Center vengono modificati
in relazione ai nuovi modelli di servizi tecnologici adottati
dal committente (es. SaaS, cloud computing)?
Stiamo introducendo queste nuove tecnologie, che
permettono di realizzare nuovi modelli di business. Abbiamo
stretto un accordo di partnership tecnologica con BT Italia,
che ci permetterà di remotizzare le postazioni, di
avere un ampio portafoglio prodotti per proporre ad ogni cliente
la soluzione tecnologica più adatta al raggiungimento
dell’obiettivo, con il vantaggio di condividere il controllo
delle attività tramite cruscotti e di poter contare
sulla flessibilità della capacità operativa.
Infine la scelta SaaS è vincente in quanto evita elevati
investimenti all’avvio dell’attività.
3) Quanto ripaga oggi la specializzazione
dei servizi di Contact Center in outsourcing per specifici
settori di mercato o per tipo di canale di contatto?
La specializzazione nel settore assicurativo ci ha
permesso di raccogliere importanti successi. Ma ci siamo anche
proposti di operare in altri ambiti applicativi valorizzando
le tre componenti di processo di relazione con il cliente
– customer care, telemarketing e back-office –
e la multicanalità.
4) Cosa ne pensa della diversificazione di
tipo BPO? Ha dato buoni risultati e soprattutto margini interessanti?
La strategia che stiamo perseguendo è proprio
quella di un’offerta BPO. Questo percorso viene seguito
creando competenze trasversali: sulla capacità di comprendere
e risolvere le esigenze dei clienti, nel garantire la qualità
delle risorse umane impiegate e nella capacità dimostrata
nella lavorazione dei processi che ci vengono affidati. In
questo ambito abbiamo già più di 150 risorse
impiegate.
|
Maurizio
Macaluso
Responsabile Direzione Business Development
Vincenzo
Dallara
Responsabile Executive
ABRAMO
Customer Care
1)
Secondo lei, come incideranno i nuovi contratti sugli esistenti
e di quelli in essere quanti saranno rinnovati o estesi o interrotti?
L’attuale contesto economico finanziario può
creare nuove opportunità di lavoro ed infatti, negli
ultimi tempi, abbiamo ricevuto diverse proposte anche da parte
di clienti che operano in settori diversi da quelli che storicamente
presidiamo. E’ vero anche
che tale contesto può favorire un rischioso fenomeno
di dumping in quanto, da un lato vi sono i clienti che devono
fare i conti con i tagli di budget sui contratti di fornitura
e dall’altro, quelle aziende che, anche a seguito della
perdita di alcune commesse, pur di far fronte ai costi fissi,
sono disposte ad abbassare notevolmente i propri margini. Da
parte nostra, cercheremo di arricchire il nostro portafoglio
mantenendo il giusto equilibrio tra redditività e qualità
del servizio erogato.
2) Come i rapporti ed i contratti tra committente
e fornitore dei servizi di Contact Center vengono modificati
in relazione ai nuovi modelli di servizi tecnologici adottati
dal committente (es. SaaS, cloud computing)?
Laddove questo avvenga (in genere però si
tratta di medi o grandi clienti) per l’outsourcer può
essere un’opportunità di consolidamento della
partnership con il cliente proprio in virtù della politica
di investimento su nuove architettura / sistemi, contestualmente
il rovescio della medaglia è la possibile perdita di
flessibilità rispetto a soluzioni proprietarie utilizzabili
su più clienti. E’ una soluzione che vediamo
comunque con favore: condividere il dato, l’attività
, la gestione è il passo fondamentale per il passaggio
da rapporto cliente fornitore a quello di partner strategico.
3) Quanto ripaga oggi la specializzazione
dei servizi di Contact Center in outsourcing per specifici
settori di mercato o per tipo di canale di contatto?
La specializzazione può essere un vantaggio
competitivo soprattutto in fase di start-up in cui, l’esperienza
maturata in quello specifico settore o canale, contribuisce
al raggiungimento dei risultati attesi dal cliente in tempi
brevi, anche in considerazione del rapporto consulenziale
che si può instaurare con il Cliente.
4) Cosa ne pensa della diversificazione di
tipo BPO? Ha dato buoni risultati e soprattutto margini interessanti?
La BPO è un’opportunità in più
per i Contact Center in Outsourcing e proprio in questo momento
di crisi economica generale è l’elemento che
può fare la differenza: infatti solo chi ha investito
sull’organizzazione interna dedicando risorse al miglioramento
continuo dei processi, può offrire ai propri clienti,
soluzioni che possono ridurre i costi complessivi del servizio
per il cliente, mantenere una buona marginalità per
chi li eroga e aumentare la qualità percepita per il
cliente finale.
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Roberto
Boggio
Amministratore
Delegato
TRANSCOM 1)
Secondo lei, come incideranno i nuovi contratti sugli esistenti
e di quelli in essere quanti saranno rinnovati o estesi o interrotti?
La situazione e’ alquanto eterogenea e si sta
assistendo a due fenomeni: aziende che diminuiscono i volumi
di outsourcing per far fronte ai cali della propria attività
ed aziende che invece aumentano la quota di outsourcing. Nel
breve termine si riscontrano scelte di difesa, mentre nel medio
le decisioni sono più strutturate alla ricerca di nuovi
modelli di business.
2) Come i rapporti ed i contratti tra committente
e fornitore dei servizi di Contact Center vengono modificati
in relazione ai nuovi modelli di servizi tecnologici adottati
dal committente (es. SaaS, cloud computing)?
Non mi risulta che vi siano situazioni di successo.
Resta il fatto che sembra difficile pensare che queste iniziative
possano contribuire a gestire meglio il processo di relazione
con il cliente affidato a società outsourcer.
3) Quanto ripaga oggi la specializzazione
dei servizi di Contact Center in outsourcing per specifici
settori di mercato o per tipo di canale di contatto?
Il comparto dell’outsourcing sta evolvendo
dalla specializzazione di processo - back-office e front-office,
customer care e telemarketing - verso il BPO, e dalla specializzazione
di mercato o di settore ad una presenza sempre più
articolata e diffusiva.
4) Cosa ne pensa della diversificazione di
tipo BPO? Ha dato buoni risultati e soprattutto margini interessanti?
Come detto, é una strada da seguire che può
essere interpretata in modo estensivo - di fatto l’outsourcing
- o molto verticale. Su questa evoluzione si gioca la capacità
delle aziende di esprimere una vera competitività,
attraverso la possibilità di vendere non solo il costo
contatto, ma anche il valore aggiunto. Tra le difficoltà
che si possono incontrare basti pensare alla necessità
di introdurre nuovi indicatori nel contratto tra committenti
ed outsourcer, come, ad esempio, il numero di recall ed il
customer satisfaction index. |
Gabriele
Moretti
Amministratore
Delegato
CONTACTA SpA
1)
Secondo lei, come incideranno i nuovi contratti sugli esistenti
e di quelli in essere quanti saranno rinnovati o estesi o interrotti?
La
percezione è che ci sarà un aumento di domanda
dagli attuali clienti. E in più si stanno avvicinando
al mercato italiano numerosi operatori stranieri nei più
svariati settori con modelli di business orientati all’outsourcing
(probabilmente nell’ambito della crisi globale l’Italia
è la meno sfortunata).
2) Come i rapporti ed i contratti tra committente
e fornitore dei servizi di Contact Center vengono modificati
in relazione ai nuovi modelli di servizi tecnologici adottati
dal committente (es. SaaS, cloud computing)?
Non abbiamo recepito particolari modifiche a livello contrattuale.
E’ tuttavia diffusa la richiesta da parte dei committenti
di utilizzare non solo il loro sistema CRM ma anche il sistema
CTI. A mio parere questo porta un po’ indietro nel tempo
in quanto si rischia che non vengano sfruttati appieno il
know how e gli strumenti di strutture avanzate come la nostra.
3) Quanto ripaga oggi la specializzazione
dei servizi di Contact Center in outsourcing per specifici
settori di mercato o per tipo di canale di contatto?
Direi molto a livello di percezione del committente.
Poco a livello organizzativo: di fatto, grazie alle esperienze
maturate, la verticalizzazione di servizio in un settore nuovo
è un attività che richiede poco tempo e con
risultati ottimi in termini di qualità in poco tempo.
4) Cosa ne pensa della diversificazione di
tipo BPO? Ha dato buoni risultati e soprattutto margini interessanti?
Quando parlo di Contacta dico che è un’azienda
che fa servizi di BPO e non un call center! Credo che sia
la giusta evoluzione delle nostre aziende. Contacta ha persino
sviluppato un applicativo proprietario per la gestione di
workflow complessi, personalizzabili per ogni attività.
Il sistema BPO di Contacta è integrato con il sistema
di controllo di gestione e permette di misurare il costo di
ogni singola fase di un processo e di individuare i colli
di bottiglia al fine di riprogettare i processi (cose che
internamente i nostri committenti non riuscivano a realizzare).
I margini sono interessanti e soprattutto condivisi con il
cliente, che finalmente sa quanto costa la gestione di un
singola attività complessa! |
Andrea
Antonelli
Amministratore Delegato
AlmavivA Contact
1) Secondo lei, come incideranno questi nuovi
contratti sugli esistenti e di questi in essere quanti saranno
rinnovati o estesi o interrotti?
Ad
oggi l’aumento del ricorso delle aziende all’outsourcing
non mi sembra abbia dei riscontri significativi sul mercato.
Anzi sono visibili azioni tese a riportare in azienda dei servizi
precedentemente dati all’esterno, in ottica di riduzione
costi esterni.
2) Alcuni committenti hanno imposto agli
outsourcer nuove soluzioni tecnologiche (es. SaaS) centralizzate
con un controllo completo sulle attività. Tutto ciò
e più in generale le scelte di investimenti in nuove
tecnologie da parte dei committenti cosa comporta per gli
outsourcer?
In
alcuni casi è una manna in quanto ci svincolano da
costi infrastrutturali e telefonici. E’ ovvio che ciò
vale per chi ha propri centri con concentrazioni elevate di
persone. Diventa un problema per chi ha strutture molto parcellizzate
sul territorio, con rapporti diversificati con proprio personale
diretto, indiretto e/o LAP. In questi casi gestirsi le “cose”
in casa (ovvero le liste) consentiva margini di manovra, non
possibili quando il controllo diviene centralizzato e gestito
direttamente dal committente.
3) Quanto ripaga oggi la specializzazione
dei servizi di Contact Center in outsourcing per specifici
settori di mercato o per tipo di canale di contatto?
Ad oggi la specializzazione su specifici settori è
fondamentale , in quanto uno dei parametri che garantisce
un equilibrio delle attività è fortemente legato
alla qualità erogata ed ai risultati raggiunti. Questo
vale sia per le attività di assistenza (qualità
erogata, qualità percepita, etc) tipicamente inbound,
sia per le attività di vendita (% di vendita, valore
del venduto, etc) tipicamente outbound.
4) Cosa ne pensa della diversificazione di
tipo BPO? Ha dato buoni risultati e soprattutto margini interessanti?
Se
per BPO si intende la possibilità di gestire e2e delle
attività per conto del committente, se tale possibilità
consente di avere un mix di attività (front line, back
office) adeguato, se c’è la possibilità
di misurare e controllare quanto lavorato/erogato, siamo sicuramente
in presenza di un fenomeno interessante, sia come redditività
economica, sia come evoluzione formativa delle persone, sia
come ambiente su cui ricercare/progettare ottimizzazioni di
processo e/o strumentali.
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Marco
Biondi
Amministratore Delegato
EUROCALL Srl
1) Secondo lei, come incideranno questi nuovi
contratti sugli esistenti e di quelli in essere quanti saranno
rinnovati o estesi o interrotti?
Io mi aspetto generalmente una richiesta di contenimento
di costi, magari proprio supportato dal pretesto di un aumento
del volume generale dell’attività terziarizzata.
Rinegoziazioni di questa natura possono esporre a rischio di
dumping, con interruzioni di rapporti in essere da lunga data,
ma con qualità ed affidabilità consolidata nel
tempo.
2) Come i contratti dei servizi di Contact Center in
outsourcing vengono modificati in rapporto ai diversi nuovi
modelli di servizi tecnologici adottati dal committente (es.
SaaS, cloud computing)?
E’ vero che le principali aziende stanno investendo
in tecnologia a supporto delle attività terziarizzate,
principalmente di contact center. Il problema è che affrontano
investimenti molto significativi, dovuti alla complessità
dell’integrazione con i loro sistemi ed al fatto che ricercano
soluzioni sofisticate che incorporano funzionalità che
difficilmente utilizzeranno, almeno in maniera massima. L’esigenza
di rientrare dal costo dell’investimento, porterà
alla richiesta di un ridimensionamento del costo delle attività
terziarizzate, trascurando il fatto che gli outsourcers hanno
già a loro volta sostenuto degli investimenti che comunque
restano da ammortizzare, indipendentemente dal fatto che vengano
utilizzati o meno. Anche questo approccio rischia di limare
pesantemente dei margini già oggi molto risicati.
3) Quanto ripaga oggi la specializzazione dei servizi
di Contact Center in outsourcing per specifici settori di mercato
o per tipo di canale di contatto?
Può pagare se gli outsourcers “partner”
vengono coinvolti sin dalle prime fasi dei nuovi processi. Le
aziende non hanno al loro interno delle expertise adeguate che
possano correttamente impostare le attività, nella quali
l’esperienza maturata sul campo da anni è il valore
aggiunto e spesso fa la differenza nei conti economici dei committenti.
4) Cosa ne pensa della diversificazione di tipo BPO?
Ha dato buoni risultati e soprattutto margini interessanti?
Le potenzialità che derivano da processi di BPO
sono elevate. Se gestite correttamente possono dare benefici
significativi sia ai committenti che agli outsourcers. Una delle
condizioni del successo è però quella di non richiedere
agli outsourcers di improvvisarsi esperti anche nelle fasi che
non fanno parte del proprio core business. Quindi lasciarli
liberi di procedere ad una accurata vendor selection che possa
supportarli nelle fasi del processo non di loro specializzazione. |
Volete partecipare anche voi a questa discussione,
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