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Intelligenza
Artificiale e Knowledge Management
Expert System: R&D
e partnership per rafforzare la leadership
Anche
quest'anno,
in occasione della "Settimana Nazionale della Relazione Esperienza
Cliente 2019" abbiamo incontrato Alessandro Monico, Italy Sales
Director - Corporate Division di Expert System.
Nel seguito si riporta la conversazione: Mario Massone (MM) e Alessandro
Monico (AM).
MM: Cogito® è stata una delle prime piattaforme di analisi
semantica in grado di comprendere il significato delle parole e
delle frasi. Quali sono le linee di sviluppo della R&D in questo
settore?
AM: Quando approcciamo il problema dell’analisi
linguistica e semantica è sempre importante rendersi conto
che la lingua è in costante cambiamento e che per questo
motivo anche la tecnologia di base deve essere aggiornata per comprendere
i nuovi modi di dire in relazione anche ai nuovi media di comunicazione.
È impegno di Expert System perciò aggiornare il proprio
knowledge graph costantemente in relazione alle diverse lingue che
supportiamo (oggi ben 14 cioè le più diffuse al mondo)
con l’impegno di riuscire ad inserire sempre più nuove
lingue tra quelle già oggi disponibili.
Il secondo impegno è invece quello di rendere gli strumenti
di sviluppo linguistico più al passo con i tempi in termini
di usabilità e semplicità di implementazione grazie
anche alle possibilità che il machine learning può
oggi dare rispetto a diversi anni fa.
Il valore determinante di Cogito® (la piattaforma di Artificial
Intelligence di Expert System) rimane e rimarrà sempre la
capacità di comprendere approfonditamente la lingua nel suo
significato ma non dobbiamo perdere di vista la capacità
di innovazione che alcuni strumenti offrono e che sono utili in
alcuni contesti in cui esistono le condizioni affinchè machine
learning possa trovare una via di applicazione concreta: mi riferisco
a problemi semplici e ben documentati in cui alla semantica può
essere affiancata la statistica per ottenere buoni risultati con
sforzi meno gravosi.
MM: Quali sono le vostre più recenti attività
di partnership con system integrator e vendor di tecnolgie per i
quali la componente di AI può dare un importante valore aggiunto?
AM: La crescita di ogni software vendor passa dalla
capacità di rendere disponibili e appetibili le proprie piattaforme
in modo che i partners possano diventarne padroni e ampliare le
capacità di mercato sia in termini di soluzioni sia in termini
di settori coperti.
In quest’ottica, da un lato stiamo portando avanti programmi
di formazione sui partner per certificare le loro risorse sulle
nostre piattaforme e permettere loro di sviluppare sempre più
in autonomia senza ricorrere all’aiuto di specialisti mentre
dall’altro stiamo sviluppando connettori e plugins verso altre
piattaforme software che si stanno diffondendo velocemente soprattutto
negli RPA quali BluePrism e UIPath, che ad oggi non hanno piattaforme
per rendere intelligenti i processi che necessitano dell’interpretazione
dei testi.
MM:
In molti casi in cui si adottano soluzioni di AI si tratta di servizi
rivolti a clienti o utenti per i quali è necessario verificare
la qualità finale dei risultati che si ottengono. Quali sono
i criteri di analisi che si usano? E quali lei suggerisce di usare?
AM: Nella realtà dei fatti uno dei più
importanti indici di successo è verificare quanti utenti
usano la piattaforma che viene messa a disposizione: se l’utilizzo
è irrisorio rispetto all’utenza potenziale è
già indice che qualcosa non va o nella usabilità o
nella qualità delle risposte che vengono date dallo strumento.
In secondo ordine ci possono essere meccanismi di survey in grado
di tenere traccia dell’opinione degli utenti e adottare sistemi
di misurazione come l’NPS, i cui risultati vanno però
sempre interpretati in maniera contestualizzata allo strumento e
non all’indice di gradimento verso l’azienda in generale.
Ad oggi lo strumento più solido, a patto che il tool sia
utilizzato dall’utenza, è quello di eseguire analisi
a campione per capire se lo strumento ha veramente soddisfatto le
aspettative del cliente finale e non dell’azienda, cosa che
talvolta sembra banale come affermazione ma che posso assicurare
che così banale non è nella realtà: purtroppo
molto spesso vengono settati obiettivi aziendali verso il management
che poco hanno a che fare con la soddisfazione del cliente finale,
perdendo di vista il fatto che la cosa più importante è
trovare un obiettivo comune tra quelli aziendali e quelli dei clienti.
MM:
La collaborazione delle aziende è importante: pensiamo a
queste due fasi. Quella della prima costruzione della KB, dove bisogna
studiare i processi e chiarire gli obiettivi che si intendono raggiungere.
E quella successiva di gestione della conoscenza e dei processi
cognitivi in cui serve comprendere bene e gestire le esigenze delle
aree aziendali. Quale è l’attuale situazione? Ci sono
settori di mercato più sensibili e che investono di più?
Che creano team specializzati?
AM: Quello sollevato è un punto cruciale
per il buon successo delle iniziative di Cognitive Computing e Artificial
Intelligence e cioè l’analisi preliminare degli obiettivi
di una iniziativa e soprattutto delle informazioni disponibili per
raggiungerli. Di informazione le aziende abbondano ma la maggior
parte è annegata nei processi quotidiani e nella conoscenza
dei singoli perciò è necessario avere un forte commitment
aziendale affinchè vengano messe a fattor comune queste informazioni
per procedere ad una loro prima formalizzazione e successiva costruzione
della knowledge-base aziendale. Quello però è solo
l’inizio per avere successo ma sfruttando l’onda organizzativa
della prima fase progettuale ho visto che è più facile
mettere in piedi un processo strutturato nominando un responsabile
globale del KM aziendale e i responsabili per i diversi dipartimenti
coinvolti dalle iniziative. In questo momento all’interno
di grandi realtà italiane iniziano a formarsi team specializzati
sulla tematica dell’intelligenza artificiale e il knowledge
management, in grado di collezionare e comprendere le diverse esigenze
interne su processi migliorabili dall’AI e capitalizzare use
cases ripetibili in diverse aree aziendali con aggiustamenti limitati.
Modena,
21 ottobre 2019
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