3 in Italia
Dopo aver acquisito la licenza Umts con il nome di Andala
nel novembre 2000 (con un'offerta di 3,2 miliardi di euro),
H3G è diventata la prima Mobile Video Company del mercato
italiano. Fa parte del gruppo Hutchison Whampoa Limited, presente
anche in Gran Bretagna, Svezia, Austria, Danimarca, Israele,
Australia, Hong Kong e Irlanda.
In Italia, per gestire la relazione
con i clienti, H3G - nel seguito 3 - ha attualmente attivi
cinque Contact Center: a Trezzano SN (Milano), Cagliari, Roma,
Genova e Palermo.
I Contact Center di 3 attualmente (aprile 2005)
dispongono di 770 postazioni e di circa 1.600 addetti.
La nostra visita presso il Customer Contact Management ci
ha permesso di approfondire due significative iniziative dedicate
alle Risorse Umane: "outdoor training" e
" high flyers”.
Nell’autunno
del 2003 era stato avviato un programma di formazione dedicata
ai Manager di Contact Center sul tema del “coaching organizzativo”,
in alternativa al tema più tradizionale. Erano previsti
lavori di gruppo su argomenti specifici e momenti di coaching
individuale.
Nella primavera del 2004 viene ripreso questo progetto concentrandosi
su due esigenze:
-
il problem solving empowering outdoor
organizzato per team con i leader (che in 3 vengono denominati
coach) e gli operatori (Customer Assistant, nel seguito
CA);
- un
percorso di crescita sul team building in un contesto
diverso del Contact Center.
”Occorreva
fare in modo che le persone fossero incentivate a cercare
soluzioni in ambiti diversi dal contact center con un’esperienza
motivante, che restasse impressa nella memoria di ciascuno”,
afferma Roberta Maselli, Training & Performance
Manager.
Nel problem solving empowering attraverso l’outdoor
le modalità di apprendimento sono in prevalenza legate
ad esperienze concrete.
I partecipanti vivono perciò un esperienza reale in
campo, a cui segue una fase di riflessione ed osservazione,
poi ancora una di concettualizzazione che consente di sperimentare
nuove idee in altre situazioni (tavola). Questo ciclo
contribuisce a modificare efficacemente un’azione sia
da parte del singolo che del gruppo.
E’ importante rilevare che 3 è l’unica
realtà aziendale in cui questa iniziativa di training
outdoor viene impiegata in modo esteso sugli operatori di
Contact Center.
Outdoor
Il programma di outdoor (condotto in
collaborazione con la consulenza di Butera & Partners)
è partito a luglio del 2004 e a fine dell’anno
ha coinvolto 12 gruppi composti in media da 15 CA e un coach,
2 formatori e 1 master esperto per i giochi. Spesso al gruppo
si sono aggregati anche formatori della sede.
Le zone in cui l’attività di outdoor è
stata sino ad ora svolta sono:
- Iglesias, per il personale del Contact Center di Cagliari,
- Lago di Bracciano, per il personale del Contact Center di
Roma,
- Cinque Terre e Sestri Levante, per il personale del Contact
Center di Genova.
Il programma comprende un percorso competitivo ed avventuroso
della durata di due giorni e una notte in località
vicine alle sedi dei Contact
Center.
Le attività sono state
pensate tenendo come riferimento un “fil rouge”,
ovvero sono incentrate su metafore che rappresentano specifiche
situazioni vissute in azienda:
-
- “L’isola del tesoro”
di Stevenson, alla ricerca del tesoro, ovvero del cliente,
affrontando relativi pericoli ed ostacoli,
-
- "ColoradoPony
Express”, ovvero le avventure dei leggendari
primi pony express che attraversando vasti territori tra
mille difficoltà dovevano portare le informazioni
(dei clienti) da
una costa all’altra del continente americano,
-
-
“L'Isola di Pasqua, Rapa Nui”,
con riferimento alla cerimonia dell’”uomo-uccello”
che richiedeva una difficile prova a nuoto per recuperare
l’uovo dell’uccello mosca e portarlo al re senza
schiacciarlo (cura e mantenimento del cliente).
I
team hanno dovuto affrontare prove diverse e di complessità
crescente per quanto concerne la soluzione di problemi specifici.
Ad esempio tra le prove da superare vi sono: tiro con l’arco,
free climbing, passaggio su ponte tibetano, corsa, trekking,
mountain bike, nuoto, canoa, orientamento e costruzione di
oggetti.
Nel corso dei due giorni il programma delle gare viene suddiviso
in intervalli durante i quali si effettua un debriefing di
ciò che è accaduto.
Il coach deve
avere almeno un anno di anzianità aziendale e deve
avere partecipato alla formazione sul coaching, onde garantire
un’adeguata solidità del suo team che partecipa
all’outdoor. Inoltre il coach viene avvisato una settimana
prima dell’outdoor e gli viene richiesta una mappatura
di competenze, capacità e informazioni dei suoi CA
che parteciperanno all’addestramento.
Nel corso della cena al termine del primo giorno al gruppo
si aggrega il Manager o il Direttore del Contact Center a
cui il team appartiene.
Alla conclusione delle attività
dei due giorni a ciascun team viene assegnato un punteggio
con modalità che tengono conto delle regole del gioco,
ovvero con clausole sia penalizzanti che premianti.
Inoltre ai partecipanti vengono consegnati vari gadget, tra
cui libri, felpe, cappellini e ponchi impermeabili
Tutti i team coinvolti nell’outdoor sono posti
in competizione tra di loro sia all’interno del Contact
Center che a livello nazionale. La competizione serve
anche a garantire la riservatezza sui contenuti delle attività
nei confronti dei colleghi che ancora non hanno partecipato.
”I ritorni sono stati positivi,
molti hanno giudicato memorabile questa esperienza e l’effetto
motivazionale è stato superiore alle attese; in un
caso abbiamo riscontrato il ritiro di dimissioni espresse
prima del training outdoor”, dice Roberta
Maselli.
Nel corso del 2005 sono programmati altri 25 gruppi.
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High
Flyers
Sino a poco tempo fa il metodo impiegato da 3 per identificare
tra i CA i futuri coach o coloro che sarebbero adatti a ricoprire
altri incarichi aziendali era prevalentemente basato su due
passaggi: un assessment con il Manager e l’Account di
HR per identificare i coach ed un’analisi soggettiva
per scegliere i formatori e gli analisti di processo. Tutto
ciò veniva condotto in breve tempo per soddisfare bisogni
in genere molto urgenti e scontava il fatto che i candidati
dei Contact Center non conoscevano il resto dell’azienda.
Con queste premesse, agli inizi
del 2005 le direzioni di CCM (Customer Contact Management)
e di HR (Human Research) hanno avviato il progetto denominato
“High Flyers” (nel seguito HF), che individua
i nuovi “talenti” secondo questi elementi cardine:
-
1. forti doti di leadership, chi è capace di
coinvolgere e stimolare i colleghi
-
2. visione aziendale, in quanto nelle attività
quotidiane individua e persegue gli obiettivi del
Contact Center
-
3. collaborazione, agisce in modo creativo e propositivo
proponendo soluzioni alternative
-
4. ricerca di situazioni sfidanti, attivo nelle iniziative
che permettono di sviluppare ed arricchire la professionalità
-
5. tenacia nel perseguire i propri obiettivi professionali,
con scelte vissute anche con responsabilità
personale.
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I
profili individuati come target degli HF sono risultati i
seguenti:
-
a) gestionale o coach,
-
b) tecnico - specialistico,
-
c) relazionale - tecnico.
Il
processo si basa su 5 fasi.
La fase 0) consisteva nella valutazione del prestazioni attraverso
una scheda compilata dal coach. Con questo criterio e con
un’anzianità aziendale di almeno un anno sono
stati individuati 70 CA best performer, ovvero circa il 7%
del totale della popolazione analizzata.
Tutte le valutazioni effettuate dai coach venivano avvallate
da un comitato composto da Direttore e Manager di ciascun
Contact Center.
La
fase 1) é stata avviata a metà febbraio 2005
e consisteva sempre in valutazioni che venivano effettuate
dai coach sui loro collaboratori.
Il questionario impiegato richiedeva di valutare il possesso
dei 5 elementi sopra riportati. Inoltre è stata effettuata
una seconda valutazione di affinità su situazioni reali
dei Contact Center.
Si è cercato di individuare nel modo più oggettivo
possibile non solo le competenze basilari per essere HF, ma
anche i profili di orientamento verso cui il potenziale del
CA si esprime. In tal modo si è proceduto ad una ulteriore
scrematura di circa 40 persone, che sono passati alla successiva
fase di assessment.
Chi supera la fase di assessment ha diritto a seguire il percorso
formativo dedicato agli HF e fa parte di un bacino di risorse
dal quale attingere per ricoprire ruoli gestionali o tecnico
specialistici in CCM e nel resto dell’ azienda.
Il progetto a questo punto prevede per questi HF i
seguenti sviluppi formativi, che al momento della visita di
CMMC (aprile 2005) sono attivi:
-
affiancamento generico, per far conoscere il contesto aziendale
sia di Contact Center che di direzione;
-
orientamento specifico, per coinvolgere l’HF in progetti
specifici correlati al profili emerso nella valutazione;
-
formazione propedeutica all’investitura, per supportare
lo sviluppo delle competenze necessarie al nuovo ruolo.
In
queste fasi formative l’HF viene seguito da un Mentor,
appartenente all’area aziendale specifica ove l’HF
svolge il suo percorso di orientamento specifico, per gli
aspetti di sviluppo individuale e professionale e da un Tutor,
della direzione CCM, per gli aspetti organizzativi.
CMMC seguirà con attenzione gli sviluppi di
questa iniziativa, per le caratteristiche peculiari che sono
sopra esposte, per un aggiornamento e per comprenderne meglio
i valori e i benefici apportati. |