Guida
ai Service Level Agreement
SLA
per Servizi outbound
Revisione 2001 a cura di CMMC - Customer Management
Multimedia Callcenter
- Premesse e obiettivi
- Contatto utile, definizione
- Descrizione attività
3.1 Obiettivi primari 3.2
Il database 3.3 Sfruttamento del database 3.4 Qualità
del database 3.5 Obiettivi secondari 3.6 Piano di comunicazione
3.7 Operatori 3.8 Responsabile - Impegni del committente
4.1 Database 4.2 Addestramento - Protezione dati e
consenso
- Verifica delle performance
- Controllo qualità
- Conclusioni
Lungo
il testo della presente guida sono evidenziate le seguenti valutazioni: (***)
elemento indispensabile o irrinunciabile, (**)
elemento importante e utile.
1. Premesse e obiettivi
La presente
guida per i Service Level Agreement (SLA) si propone di fornire un supporto professionale
nelle attività di outbound svolte da call center mediante la definizione
di regole chiare, impiegando un linguaggio comune e seguendo un comportamento
codificato. Nelle premesse di ciascun
SLA relativo al telemarketing outbound sono riportati gli obiettivi della campagna,
le attività da svolgere e le condizioni economiche. Sottolineato il
fatto che il risultato di una attività di outbound è la ragione
stessa per cui si fa la campagna, è opportuno aprire la guida con la definizione
di contatto utile.
2. Contatto utile,
definizione
(***) Per
contatto utile si intende il contatto effettuato da un’organizzazione call center
con la persona individuata secondo il profilo riportato nel piano di comunicazione
outbound e l’esecuzione dell’attività prevista, a prescindere dall’esito
dell’attività stessa. La definizione
di "profitable contact" può corrispondere al contatto con l’interlocutore
veramente potenziale per il business, ma tale definizione va comunque messa a
punto con il Committente. (***) In
tal modo si può anche individuare il valore percepito dallo stesso Committente
per i servizi specifici. Occorre pertanto che il progetto di outbound sia concordato
in stretta collaborazione tra Erogatore e Committente. I
servizi di un’attività di outbound sono correlati con il tipo di obiettivo
che si intende raggiungere ed includono il trattamento di informazioni secondo
il seguente schema: - possesso di
un data base con tutte le informazioni indispensabili per l’effettuazione del
contatto,
- raccolta delle informazioni
utili per giungere all’obiettivo,
- fornitura
delle informazioni necessarie affinché colui che viene contattato possa
giungere ad una decisione,
- produzione
dei risultati definitivi della campagna.
3. Descrizione attività
Il
valore del contatto utile va messo in relazione ad alcune variabili di base:
- target di riferimento
- business
to consumer (con indicazioni delle dimensioni del mercato da raggiungere)
- business
to business (con indicazioni del profilo della funzione da contattare)
- durata
della chiamata.
(***) Si tratta
cioè di individuare ed evidenziare tutti i parametri che contribuiscono
a definire il costo complessivo.
3.1 Obiettivi primari
(***) La
fase iniziale è la più critica, in quanto al momento della definizione
dell’accordo tra Committente ed Erogatore del servizio vanno chiariti alcuni importanti
aspetti, tra cui quelli nel seguito evidenziati. In
questa parte del SLA vanno riportati gli obiettivi primari e la loro descrizione.
Ad esempio, la presa degli appuntamenti comprende sia la proposta commerciale
del Committente ai clienti potenziali, sia l’eventuale promozione decisa dall’azienda
per invogliare tali clienti ad accettare la proposta.
3.2 Il database
(***) L’attività
di outbound si basa sull’impiego di un database fornito dal Committente o procurato
dall’Erogatore. La lista dei nominativi che l’Erogatore impiegherà deve
essere analizzata dettagliatamente sia nella struttura e nei contenuti sia nel
formato elettronico per consentire il trattamento automatico.
3.3 Sfruttamento del database
(**) Al
termine dell’attività di outbound, più risulta elevato il livello
di sfruttamento del file e maggiori sono le garanzie sulla qualità del
servizio fornito. Occorre perciò stabilire una soglia minima di sfruttamento
del database.
3.4 Qualità del database
(***) Si
ribadisce l’esigenza di una valutazione comune sulla qualità dei dati contenuti
nel database - che quasi sempre viene fornito dal Committente - per quanto riguarda
la completezza, la correttezza e l’aggiornamento. Va ricordato che, in caso
venga fissata la suddetta soglia di sfruttamento del file, i maggiori rischi sulla
qualità del file se li assume l’Erogatore.
3.5 Obiettivi secondari
(**) Il
valore percepito dal Committente, ovvero ciò che va remunerato spesso si
identifica con il soddisfacimento dell’obiettivo primario, mentre esistono diverse
altre attività che vengono svolte e che sono altrettanto importanti (ad
esempio l’invio di una documentazione o l’arricchimento di informazioni sul data
base) e che debbono essere individuate, condivise e valorizzate. Tali
obiettivi secondari hanno pure essi un valore da concordare e definire. Ad
esempio, se l’obiettivo principale è la presa dell’appuntamento, il Committente
tende a considerare la remunerazione correlata solo al raggiungimento di questo
obiettivo. Tuttavia, anche se l’esito
finale non é stata la presa dell’appuntamento, ma le informazioni raccolte
durante lo svolgimento del contatto sono da considerare comunque utili, ad esempio:
- permettono l’aggiornamento dell’anagrafica con
i nominativi delle persone,
- consentono
di conoscere i dati di fatturato,
- evidenziano
la presenza di società concorrenti,
- offrono
la possibilità di una riapertura del contatto in un periodo successivo,
E'
corretto che Erogatore del servizio ed il Committente definiscano insieme il valore
di tali informazioni, creando in tal modo una griglia di remunerazione che rifletta
per quanto possibile il raggiungimento anche degli obiettivi definiti secondari.
In conclusione è da considerare
corretta la remunerazione del contatto che produce un arricchimento di informazioni
considerate rilevanti per l’azienda, oltre all’obiettivo primario.
3.6 Piano di comunicazione
(***) Il
piano di comunicazione diventa il documento "guida" da concordare con il Committente
e che contiene tutte le attività da effettuare per l’outbound nel dettaglio
per assicurare il raggiungimento dell’obiettivo. Il
piano si attua impiegando generalmente due tipologie di strumenti:
- lo script, ovvero la traccia che l’operatore
del call center deve seguire per una corretta comunicazione, completato dalla
presentazione dell’azienda committente e della gestione delle possibili obiezioni,
- il
call sheet, ovvero il modulo di questionario che l’operatore impiega per raccogliere
tutte le informazioni dal contatto.
La
guida SLA consiglia che la condivisione di tutti gli elementi del piano venga
accompagnata dall’accordo tra Committente ed Erogatore anche sulla soglia minima
di riempimento dei campi previsti.
3.7 Operatori
(***) L ‘Erogatore
del servizio metterà a disposizione operatori in numero e con profili adeguati
all’attività, organizzati in modo da soddisfare il raggiungimento degli
obiettivi. Questa fase comprende la
scelta del piano di formazione, che va condiviso con il Committente, e l’accordo
su eventuali test di prova, che permettano di verificare sin dall’avvio la rispondenza
dell’attività alle attese.
3.8 Responsabile
(***) L ‘Erogatore
del servizio dovrà indicare all’azienda Committente un Responsabile del
progetto di outbound, che in particolare risponderà per :
- coordinamento operatori,
- produzione
report periodici e finale,
- controllo
della qualità.
4. Impegni del Committente
4.1 Data base
(**) L’identificazione
e la selezione del file dei contatti potenziali è un preciso impegno del
Committente, che va successivamente condiviso con l’Erogatore, salvo il caso in
cui il Committente abbia espressamente richiesto all’erogatore di farsene carico,
e in questa situazione gli impegni si ribaltano. Inoltre
il Committente sarà impegnato nel controllare il tipo di impiego del file
di indirizzi. Si ricorda che maggiore è risultato l’impiego del file da
parte dell’Erogatore, più elevato è il valore del servizio reso.
4.2 Addestramento
(**) Per
garantire il massimo successo all’attività, l’azienda Committente dovrà
partecipare attivamente all’addestramento iniziale degli operatori del call center,
per presentare l’azienda ed i prodotti /servizi offerti, i plus e i minus dell’offerta
e le argomentazioni da impiegare per superare le obiezioni del cliente contattato.
5. Protezione dati e consenso
(***) L’impiego
di un file per attività di outbound deve tenere conto delle normative vigenti.
In particolare, se il file proviene dal Committente l’Erogatore si deve accertare
che questi abbia già richiesto il consenso per il trattamento dei dati
personali. Per superare gli oneri che
comporta la richiesta di consenso in alcune campagne di outbound è possibile
impiegare elenchi pubblici, tipo gli elenchi telefonici. Si ricorda che ai
fini della tutela della privacy è indifferente il tipo di attività
outbound, ad esempio se di vendita o di marketing. Inoltre,
nel caso di trattamento dei dati sensibili non è consentita la raccolta
del consenso verbalmente e l’attività deve essere autorizzata preventivamente
dal Garante, anche se dovesse esistere il consenso scritto delle persone cui i
dati si riferiscono. E’ comunque opportuno
verificare se nel contratto tra il Committente e i suoi Utenti o Clienti già
esiste la richiesta e l’autorizzazione di consenso al trattamento dei dati. Altrimenti
l’Erogatore potrebbe incorrere nella violazione delle privacy.
6. Verifica delle performance
(***) Il
risultato delle attività di outbound coincide con la ragione stessa della
campagna, pertanto la cura con cui viene prodotta la reportistica non è
giustificata da semplici finalità statistiche, ma dalla necessità
di presentare e valutare i risultati operativi dell’outbound. Tale
assistenza deve essere concordata con il Committente per: - tipologia
del report da produrre,
- frequenza
temporale di aggiornamento,
- modalità
di inoltro del report.
7. Controllo qualità
(**) La
guida SLA considera anche la validità ex post dell’attività svolta
ed è essenziale per la valutazione complessiva delle prestazioni.
Per chiarire questo aspetto si porta
il seguente esempio.
Nel
caso vengano presi appuntamenti, ma poi si verifichino: - alte
percentuali di date sbagliate,
- appuntamenti
non realmente richiesti dall’interlocutore,
- errori
sui dati digitati che richiedono successive lavorazioni,
ciò
comporta una revisione del valore della prestazione concordato, che può
essere ridotto come conseguenza del mancato raggiungimento degli indici di qualità
richiesta. Nei casi in cui le prestazioni
sono di tipo continuativo, l’Erogatore del servizio cercherà di adottare
parametri e standard oggettivi e su quella base migliorare le performance.
8. Conclusioni
La valutazione
di un contatto utile in un’attività di outbound sarà essenzialmente
determinato da: - target di riferimento,
- durata
della chiamata,
- soglia minima di sfruttamento
del database,
- soglia minima di riempimento
dei campi informativi del piano di comunicazione,
- premi
o integrazioni per raggiungimento degli obiettivi primari.
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