Software-as-a-Service:
pro e contro
Gli argomenti a cui è necessario prestare attenzione nella scelta della modalità on-demand rispetto alla modalità on-premise. Esempi di CRM on-demand.... Leggere |
Testo
unico sicurezza sul lavoro
Il nuovo decreto abroga la ex 626/94 e attua la Legge 123/07. leggere |
Circa
l’articolo “Call Center, un miliardo di ricavi” dal
Il Sole 24 Ore del 17 marzo
La sua rilettura mi permette di condividere alcune brevi considerazioni. 1) Confermo la mia considerazione critica sullo sbilanciamento dei mercati coinvolti: un mercato di servizi che per il 52% dipende da un solo settore industriale (le tlc) è soggetto ad instabilità ed è preoccupante che settori che hanno necessità strutturali di colloquio con la loro utenza, quali P.A., trasporti e utilities e che rappresentano un fatturato importante nell'economia del paese, influiscano solo per il 14%. 2) Circa il confronto tra prezzi e costi, noto che anche il sindacato ha iniziato a fare le proprie valutazioni. Ma alcuni aspetti non sono chiari: sembra che il margine sia maggiore per l'inbound rispetto all'outbound. Forse perchè il costo del lavoro è una componente importante nel determinare il margine, ma lo sono anche l'organizzazione ed il rendimento delle attività svolte? I dati sui margini non sono comunque realistici; non dovrebbe esistere imprenditore disposto a lavorare per un 5% di guadagno. 3) Esaminando la ripartizione dei costi del settore si nota che non vi è la voce R&D. Anche questo conferma che il settore ha difficoltà nella visione del proprio sviluppo. Poichè sino ad ora la domanda è aumentata, non è stata necessaria una forte innovazione, non sempre le aziende sono in grado di definire le proprie esigenze tecniche di medio-lungo periodo e di interagire con i produttori per ottenere soluzioni idonee. In conclusione, ho l'impressione che i dati riportati nell'articolo non riflettano bene la situazione del mercato. Come avviene in altri campi del terziario, anche questo settore é poco conosciuto. |
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