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![]() ![]() La sua rilettura mi permette di condividere alcune brevi considerazioni. 1) Confermo la mia considerazione critica sullo sbilanciamento dei mercati coinvolti: un mercato di servizi che per il 52% dipende da un solo settore industriale (le tlc) è soggetto ad instabilità ed è preoccupante che settori che hanno necessità strutturali di colloquio con la loro utenza, quali P.A., trasporti e utilities e che rappresentano un fatturato importante nell'economia del paese, influiscano solo per il 14%. 2) Circa il confronto tra prezzi e costi, noto che anche il sindacato ha iniziato a fare le proprie valutazioni. Ma alcuni aspetti non sono chiari: sembra che il margine sia maggiore per l'inbound rispetto all'outbound. Forse perchè il costo del lavoro è una componente importante nel determinare il margine, ma lo sono anche l'organizzazione ed il rendimento delle attività svolte? I dati sui margini non sono comunque realistici; non dovrebbe esistere imprenditore disposto a lavorare per un 5% di guadagno. 3) Esaminando la ripartizione dei costi del settore si nota che non vi è la voce R&D. Anche questo conferma che il settore ha difficoltà nella visione del proprio sviluppo. Poichè sino ad ora la domanda è aumentata, non è stata necessaria una forte innovazione, non sempre le aziende sono in grado di definire le proprie esigenze tecniche di medio-lungo periodo e di interagire con i produttori per ottenere soluzioni idonee. In conclusione, ho l'impressione che i dati riportati nell'articolo non riflettano bene la situazione del mercato. Come avviene in altri campi del terziario, anche questo settore é poco conosciuto. |
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