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![]() (Milano, 20 luglio). "Occorre sfatare l'immagine negativa che accompagna il lavoro in un call center. Innanzitutto superando l'infelice espressione call center, che richiama un concetto di organizzazione di persone che rispondono solo a chiamate telefoniche, per dare informazioni o assistenza tecnica", ha affermato Pietro Guindani, presidente di Asstel. Da "call center" a "costumer care service", che indica un tipo di lavoro più complesso e meno ripetitivo, nel quale la flessibilità sia un punto di forza. Le telecomunicazioni si sono dotate di un contratto di lavoro in cui sono state coniugate flessibilità e regole e al momento sono 19 mila le persone passate dal lavoro parasubordinato a quello subordinato attraverso questo contratto, che può essere applicato ad altre 20 mila persone. "In un mercato caratterizzato sempre più dalla virtualizzazione dei rapporti tra cliente e fornitore, i servizi di costumer care rappresentano una leva strategica dell'impresa", ha aggiunto Gianfilippo D'Agostino, presidente del gruppo servizi di telecomunicazione di Assolombarda. "Queste strutture oggi accompagnano lo sviluppo commerciale delle aziende, sia per la vendita di prodotti e servizi, sia per la cura della clientela, ponendo il cliente come punto di vista privilegiato di tutti i processi aziendali. Sono perciò richieste competenze specifiche e sempre più soggette alle evoluzioni dei processi e delle tecnologia". ![]() Quanto risulta dai Quaderni di Assintel. |
![]() IC Service ha trasferito la propria sede di Roma presso i nuovi uffici di via Stanislao Cannizzaro 51. |
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